L’opposizione all’attacco della Giunta regionale e, soprattutto della sua presidente Alessandro Todde, dopo la bocciatura della Corte costituzionale sul commissariamento delle aziende sanitarie.
«La sentenza n. 198 del 23 dicembre 2025 della Corte costituzionale rappresenta una bocciatura senza appello della gestione politica della sanità da parte della Giunta Todde e, in particolare, di un modo di legiferare che ha avuto come unico obiettivo la sostituzione dei vertici e la distribuzione di poltrone, non certo il miglioramento dei servizi ai cittadini – attacca il gruppo di Forza Italia -. La Corte ha dichiarato incostituzionali le norme con cui la Regione Sardegna ha tentato con un gioco di prestigio di azzerare la dirigenza sanitaria con automatismi privi di garanzie e commissariare in modo generalizzato le aziende del Servizio sanitario regionale. Tutto ciò per piegare l’organizzazione della sanità a logiche di fedeltà politica e discrezionalità assoluta. È una sentenza durissima, che certifica ciò che Forza Italia ha denunciato fin dall’inizio: non era una riforma, ma un vero e proprio poltronificio, costruito sulla pelle della sanità sarda e dei suoi utenti. La sanità non è un terreno di occupazione politica. Non è un bottino elettorale. Non è una casella da riempire con amici, sodali o militanti. I sardi hanno bisogno di ospedali che funzionano, tempi di attesa ridotti, personale stabile, programmazione seria, non di leggi scritte male e dichiarate illegittime pochi mesi dopo, con il solo risultato di generare confusione, contenziosi e instabilità amministrativa. Forza Italia rivendica di aver mantenuto, anche su questo tema, una opposizione responsabile e coerente: abbiamo segnalato i profili di illegittimità, difeso il principio di legalità, chiesto rispetto delle norme statali e della professionalità di chi opera nella sanità pubblica. La Corte costituzionale oggi dà ragione a chi ha difeso le istituzioni e torto a chi ha usato la legge come strumento di regolamento politico interno alla maggioranza. Ora la Giunta Todde si assuma fino in fondo la responsabilità di questo fallimento verso i cittadini, verso il personale sanitario e verso un sistema già in grave difficoltà. Forza Italia continuerà a vigilare affinché la sanità sarda torni a essere governata conì competenza, rispetto delle regole e centralità del paziente, e non più con la logica del poltronificio e della spartizione.»
«Un’ennesima sonora bocciatura per il ‘Poltronificio Todde’. Un colpo da ko per l’Armata Brancaleone che sgoverna la Sardegna da quasi due anni, proprio mentre la maggioranza di centrosinistra sta litigando per le nomine dei direttori delle aziende sanitarie che, come attestato dalla Consulta, ha sostituito illegittimamente. La presidente Todde finora ha evidenziato improvvisazione amministrativa e sciatteria istituzionale. Faccia un regalo ai sardi: si dimetta», ha detto Corrado Meloni, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
«L’avevamo detto ripetutamente: il sistema della spoil system non è previsto dalle leggi e la fretta di cacciare i dg delle Asl, nominati dalla precedente Giunta regionale, ha distratto i legislatori dilettanti del Campo largo. La fame di poltrone ha prevalso sul buon senso e sull’esigenza di buona sanità che arriva da ogni angolo dell’Isola», ha concluso Corrado Meloni.
«L’ennesimo scivolone istituzionale della Presidente Todde e del Campo Largo è stato certificato dalla sentenza della Corte Costituzionale sul commissariamento delle Asl sarde. Un pasticcio politico-giuridico che molti – tra cui noi – avevamo segnalato da mesi. Persino gli alleati della Todde, il Partito Democratico, avevano contestato l’istruttoria, i tempi e il metodo. Oggi la Corte dà ragione a chi chiedeva prudenza, rigore e rispetto delle norme», ha detto Aldo Salaris, consigliere regionale e segretario regionale dei Riformatori Sardi.
«Il pronunciamento della Consulta è chiarissimo – ha aggiunto -. La legge della Giunta Todde non riforma il sistema sanitario e, dunque, non poteva giustificare l’azzeramento dei direttori generali né l’imposizione di un commissariamento generalizzato. Una scelta frettolosa, mirata più alle poltrone che alla riorganizzazione della sanità, che ha prodotto instabilità gestionale e che ora rischia di esporre la Regione a un’ondata di ricorsi e risarcimenti, oltre a mettere ulteriormente in pericolo la salute dei cittadini sardi. La domanda è semplice e inevitabile: chi pagherà i danni? Chi risarcirà i direttori generali illegittimamente rimossi? Chi si assumerà la responsabilità di aver creato un poltronificio fragile, confuso e oggi dichiarato incostituzionale? E non si provi – come troppo spesso accade a sinistra – a scaricare la colpa sulla Corte Costituzionale. La stessa Corte che, paradossalmente, ha perfino salvato la Presidente dalla decadenza. La responsabilità politica e amministrativa è tutta di chi ha voluto procedere a ogni costo, ignorando opposizioni, alleati, tecnici e persino il buon senso.
La sanità sarda non può essere governata con improvvisazioni, accelerazioni ideologiche e fughe in avanti. Serve una visione seria, rispettosa delle istituzioni e delle professionalità. La gestione della salute dei sardi non può trasformarsi in un cantiere di emergenza permanente. Bastava continuare sulla strada intrapresa con la nostra riforma del 2020, che stava iniziando a dare i suoi frutti e che riportava realmente la sanità nei territori. Una riforma pensata proprio per rispondere alle criticità che la pandemia ci aveva consegnato.
Alla luce della sentenza, la Presidente Todde chiarisca immediatamente che cosa intende fare. Quale sarà il destino dei commissari nominati in base a norme dichiarate illegittime? Come intende tutelare la continuità amministrativa delle aziende sanitarie? E, soprattutto, come pensa di evitare che le sue scelte ricadano sulla salute e sulle tasche dei cittadini?»



















