L’inizio del nuovo anno è, per i Riformatori sardi, estremamente importante, chiamati ad un’azione ancora più incisiva per l’attuazione di programmi che sono ancora sul tappeto e necessitano di essere portati avanti con grande determinazione.
Cerchiamo di capire quali sono le iniziative dei Riformatori sardi, dal coordinatore regionale Aldo Salaris.
Siamo all’inizio di un nuovo anno politico ed amministrativo, quali sono i progetti dei Riformatori sardi?
«Intendiamo portare avanti le grandi battaglie che ci caratterizzano e che oggi, a maggior ragione, rappresentano l’eredità che ci ha lasciato il nostro presidente Roberto Frongia, prematuramente scomparso. Mi riferisco all’inserimento dell’insularità in Costituzione che, sin quando non sarà concretizzata, costerà ai sardi 9 miliardi di euro l’anno, un gap pro capite di circa 5.700 euro.
Pretendiamo pari opportunità nei confronti dei nostri connazionali e vogliamo arrivare all’obiettivo.
Abbiamo in corso un’altra grande partita, quella del paesaggio nuragico al patrimonio mondiale
dell’umanità. Ci aspettiamo il riconoscimento da parte dell’Unesco, siamo certi che, valorizzando il nostro patrimonio storico e paesaggistico, la Sardegna diventerebbe ancora più appetibile, 12 mesi all’anno, intercettando nuovi flussi turistici.»
Ha citato il presidente del partito ed assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia, una grande perdita.
«Roberto Frongia è stato per me un grande amico e fonte di ispirazione. Oggi tutti i sardi piangono la scomparsa di un rappresentante politico tra i più autorevoli, seri e capaci. Ci batteremo affinché le sue iniziative in seno all’assessorato che guidava siano portate a termine. Mi riferisco alle infrastrutture incompiute che dovranno essere realizzate, al perfezionamento ed al completamento di un sistema stradale efficiente e sicuro per tutti i cittadini che ogni giorno viaggiano per la Sardegna, ad una rete della
portualità che possa creare economia, all’efficientamento della gestione delle acque e a tutti i progetti in corso ancora sul tavolo dell’assessorato.»
I Riformatori sardi hanno sempre prestato grande attenzione alla formazione di una classe politica preparata e capace.
«Si, per noi la scuola di formazione politica è fondamentale per la preparazione di una classe dirigente seria e competente. Siamo convinti che i partiti debbano tornare a formare politici ed amministratori che, una volta eletti, sappiano lavorare. Non possiamo assolutamente permetterci, soprattutto visto il periodo che stiamo attraversando, di avere governanti incapaci ed impreparati. Penso che l’eccesso di populismo e di frasi fatte degli ultimi anni lo abbia fatto capire a tutti. La politica è senso di responsabilità, oggi più che mai.»