È stato un successo il convegno organizzato dalla Rete WarFree nella mattinata di sabato 20 novembre, presso la Facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche di Cagliari, in stretta collaborazione con alcuni docenti della stessa Facoltà.
Circa un centinaio i partecipanti, per la maggior parte in presenza, in rappresentanza delle tante organizzazioni che sostengono il progetto nato a Iglesias come alternativa all’economia predatoria e di guerra.
Numerosi i relatori, perlopiù del mondo accademico, a mettere in evidenza i danni dell’industria bellica, della chimica di base, dell’industria dell’alluminio e dei poligoni militari sull’ambiente, sulla salute e sul sistema valoriale dei sardi e, per contro, i benefici che progetti come WarFree possono portare.
Da una ricerca sul campo, intorno all’attività della fabbrica di bombe da guerra che si trova tra Domusnovas ed Iglesias, condotta dal Comitato Riconversione Rwm negli anni scorsi, con l’impegno fattivo di un gruppo di laureandi e laureati dell’Università di Cagliari, è nato il progetto WarFree – Lìberu dae sa gherra, vera e propria ricetta alternativa all’estrazione di valore tipica dell’industria bellica e, in generale di tutte le attività produttive che non mettono al primo posto il benessere a lungo termine di tutti i soggetti
coinvolti, dalla produzione all’utilizzo finale.
WarFree è una Rete di trentacinque microimprese che si riconoscono in una Carta dei Valori che ha come primo punto il rifiuto di ogni connivenza con l’economia di guerra. Esse si sostengono e si promuovono reciprocamente, nello sforzo di aumentare i fondamentali economici: fatturato, utili, occupazione, ecc., nell’attenzione costante alla sostenibilità etica ed ambientale.
Il Marchio Collettivo Europeo WarFree identifica i prodotti e i servizi del gruppo, caratterizzati da scelte concrete come la ricerca costante della sostenibilità ambientale, l’agricoltura naturale, l’impegno a sostituire le sostanze chimiche nocive e le plastiche per il confezionamento dei prodotti, la progressiva scelta di fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti, il rispetto dei diritti dell’umanità, delle lavoratrici e dei lavoratori.
L’associazione che le rappresenta offre formazione permanente, consulenza rapida tramite una serie di professionisti esperti in vari campi e assistenza per l’accesso a finanziamenti agevolati.
I servizi di packaging, marketing e comunicazione digitale sono invece disponibili per i soci attraverso la Cooperativa WarFree Service, costituita da giovani comunicatori, in prevalenza donne, vincitrice di un premio di oltre 10.000 euro messo a bando dal programma europeo Success, condotto in Sardegna dalla Camera di Commercio di Sassari.
Il progetto è stato sostenuto fin dal principio dalla Chiesa Protestante del Baden (Germania), dalle Chiese Evangeliche italiane, e da altri partner, tra i quali l’associazione Link – Legami di Fraternità (del Movimento dei Focolari), i soci e le socie di Banca Etica – Sud Sardegna, oltre che dal citato Comitato scientifico, costituito da alcuni docenti dell’Università di Cagliari.
Al convegno hanno inviato messaggi di saluto e sostegno i Vescovi di Cagliari e di Iglesias, così come i responsabili degli Uffici diocesani per i Problemi sociali e il Lavoro e per l’Ecumenismo di Cagliari mentre non hanno partecipato, pur essendo stati tutti invitati, i responsabili della amministrazione regionale e delle principali organizzazioni datoriali e sindacali della Sardegna. Assente anche il comune di Iglesias, sede, oltre che della fabbrica di bombe, anche della Rete WarFree.
Per l’associazione di categoria RETE WARFREE – Arnaldo Scarpa (Co-Presidente)