Con una media regionale del 77% nella raccolta differenziata (superiore alla media nazionale) e performance eccellenti nei principali centri urbani, la Sardegna si conferma anche nel 2024 tra le realtà più solide e strutturate nella gestione e riciclo degli imballaggi in alluminio. A Oristano, ad esempio, è stata raggiunta una resa pro-capite di 1,1 kg per abitante – la più alta della Regione – mentre a Cagliari, dove la copertura del servizio CIAL è totale, la media si attesta in linea con i valori nazionali (900 g/ab). Numeri che confermano l’efficacia del sistema consortile e la crescente sensibilità ambientale dei cittadini sardi.
A dirlo sono i dati presentati da CIAL – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio. Numeri che si inseriscono in un quadro nazionale già positivo: 62.400 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state avviate a riciclo lo scorso anno, pari al 68,2% dell’immesso sul mercato, con un recupero complessivo del 71,7%. Un risultato che pone l’intero Sistema Paese, per quanto riguarda il recupero degli imballaggi in alluminio, ai primi posti in Europa – anche a fronte di una crescita significativa dell’immesso (+8,5% rispetto al 2023).
«La Sardegna è un esempio di come la collaborazione tra cittadini, istituzioni e sistema consortile possa generare risultati solidi e duraturi nella raccolta differenziata dell’alluminio – dichiara Stefano Stellini, direttore generale di CIAL -. Con una copertura totale nella città di Cagliari e performance di eccellenza come quelle registrate a Oristano, il territorio conferma la validità di un modello capillare e integrato. La rete CIAL, oggi presente nel 70% dei Comuni italiani e al servizio del 78% della popolazione, è frutto di una strategia capillare che nel tempo ha saputo consolidarsi grazie a 432 convenzioni attive e alla collaborazione di oltre 430 operatori specializzati. Questo presidio diffuso ci consente di garantire non solo quantità crescenti di materiale raccolto, ma soprattutto qualità ed efficienza nel riciclo, generando benefici ambientali tangibili. Dal 2014 a oggi abbiamo erogato oltre 100 milioni di euro ai Comuni italiani, nell’ambito dell’accordo quadro ANCI-CONAI, a sostegno di una raccolta di qualità che trova nel Veneto uno dei modelli più virtuosi.»
Una rete impiantistica capillare al servizio del riciclo
La Sardegna può contare su una rete articolata e specializzata di impianti per la selezione degli imballaggi in alluminio, che costituiscono un nodo strategico all’interno della filiera del riciclo. Operano sul territorio diverse realtà imprenditoriali e cooperative in grado di garantire efficienza operativa, tracciabilità e qualità nel trattamento dei materiali raccolti. Tra queste si segnalano A.S.A. di Olianas Claudio & C. snc a Isili, il Consorzio Industriale Provinciale Oristanese a Santa Giusta, Ecosansperate Soc. Coop. Arl e Ichnos Ambiente Srl a Uta, Gesam Srl e Obiettivo Zero SCS a Sassari, e Janas Ambiente Srl a Ozieri.
Questa infrastruttura regionale è parte integrante del sistema nazionale coordinato da CIAL, che assicura una gestione efficace della raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio, contribuendo a valorizzare ogni gesto quotidiano compiuto dai cittadini e a trasformarlo in un apporto concreto alla transizione ecologica.
Cosa si raccoglie e come
In Sardegna, come nel resto d’Italia, la raccolta differenziata dell’alluminio include numerosi oggetti di uso quotidiano. Oltre il 90% dell’alluminio immesso sul mercato è destinato, infatti, al settore alimentare: lattine per bevande, vaschette alimentari, bombolette spray, tubetti, fogli sottili, tappi a vite e scatolette per il pet food. Tutti questi imballaggi, anche se leggermente sporchi, possono essere riciclati purché svuotati del contenuto. Separare correttamente i materiali (es. rimuovere tappi in plastica o altri elementi compositi) e appiattire o appallottolare i piccoli pezzi aiuta a migliorare le performance di selezione negli impianti.
La raccolta avviene generalmente insieme alla plastica o, in alcuni casi, al vetro, a seconda delle disposizioni del singolo Comune. Le differenti modalità dipendono, infatti, dagli impianti di selezione utilizzati a valle, motivo per cui anche territori confinanti possono adottare sistemi differenti. Una flessibilità organizzativa che consente di valorizzare al meglio le infrastrutture locali, mantenendo elevati standard di qualità nella raccolta.