La realizzazione del Ponte sullo Stretto rappresenta una svolta storica per la Sicilia e per l’Italia. È un’infrastruttura strategica che consentirà all’isola di superare la discontinuità territoriale, collegandola pienamente alle grandi reti transeuropee di trasporto – autostrade, alta velocità ferroviaria, corridoi logistici – e aprendo la strada a una nuova stagione di sviluppo e competitività.
In Sicilia – separata da pochi chilometri di mare -. esistono le condizioni per intervenire con lo strumento più diretto e appropriato: realizzare un ponte che annulli la discontinuità territoriale. Senza entrare nel merito delle procedure seguite dal Governo, né nella valutazione tecnica dell’opera, è evidente che, per la Sicilia, il ponte rappresenta il mezzo più efficace per colmare un fallimento del mercato generato dall’insularità.
Per la Sardegna – isola europea più distante dal continente – la sfida è diversa e più complessa. Qui non c’è solo l’insularità: c’è anche il gap della perifericità, cioè la distanza fisica che separa la Sardegna dai grandi mercati e dai principali centri logistici e decisionali. È un fattore strutturale messo in evidenza dall’Istituto Bruno Leoni, che moltiplica l’impatto economico e sociale dell’insularità stessa.
Con la costruzione del Ponte sullo Stretto, la Sardegna resterà l’unica regione insulare italiana priva di un collegamento stabile con la Penisola. Non può essere considerata una questione locale: è una grande questione nazionale che va affrontata con urgenza e decisione.
La Sardegna deve poter competere ad armi pari, con lo stesso accesso ai mercati, alle opportunità e alle reti strategiche di cui dispongono le altre regioni. Ciò significa:
• una continuità territoriale moderna per persone e merci, con frequenza, tariffe e qualità in linea con gli standard europei;
• compensazioni fiscali capaci di colmare gli svantaggi strutturali dell’insularità e della perifericità;
• infrastrutture strategiche che garantiscano connessioni rapide, efficienti e sostenibili con il resto d’Italia e dell’Europa.
L’Italia si unisce con ponti e infrastrutture: ora è il momento di dare anche alla Sardegna le stesse opportunità di crescita e sviluppo.
Michele Cossa
Dipartimento insularità Riformatori sardi