La poesia e la musica trova connubio artistico nella creatività, di sapiente fusione emozionale, che percorre in magia le composizioni cantautorali di Gianpaolo Selloni. Le parole e i suoni, concepiti in armonia, raggiungono con profondi significati le sensibilità dell’anima; la liricità trova pienezza nella coinvolgente dimensione identitaria e sociale, esaltata dalla forza naturale dei testi in limba.
Varie forme d’arte si fondono a ideale estetico, si ritrovano, ma la sintonia che genera musica e parola dona un’assoluta esperienza sensoriale esaltante e toccante. E proprio musica e poesia, come muse in simbiosi, arricchiscono l’umanità di bellezza e riflessioni. Così è il cantare, lo scrivere e far musica di Gianpaolo Selloni.
Per me una scoperta recente, in occasione di un’eccezionale serata musicale, letteraria, con la presenza del romanziere nuorese Gianfranco Cambosu, ed espositiva dei rinomati artisti Rosetta Murru, Elio Moncelsi e la giovane pittrice astrattista Giusi Delogu, nella struttura culturale “Casa Vacanze Ortobene Arte” (Via Monte Jaca, 47bis – Nuoro) creata dall’acquarellista Nevi Lai.
La musica/poesia di Gianpaolo varca il confine e rivela “il muro dell’apparenza possibile”, si nutre consapevolmente della realtà culturale sarda e di misticanze ed ingredienti di saporose contaminazioni; il predominante linguaggio jazzistico è mezzo per congiungere ed esprimere sentimenti di una poetica identitaria che esplora le questioni reali, la storia, l’azione sociale, la dimensione politica, con senso di sarditudine e orgoglio nei valori della tradizione e di appartenenza. Dai testi in limba si attinge il personale e profondo legame con la Madre Terra di Sardegna: attento e vigoroso il monito alla salvaguardia della sua integrità naturale, dei sui arcaici e vissuti paesaggi e alle risorse del mondo agro-pastorale sardo. Rileviamo un raffinato impegno civile e ricercato lavoro letterario e musicale di estrema autenticità.
Ci piace pensare – o forse, almeno sognare – che l’assai naturale percorso e gemellaggio fra musica vocale e strumentale sia generato in Sardegna, dove trova conferma e disposizione con il significativo ritrovamento del bronzetto del suonatore di launeddas.
Il nostro versatile artista, nato a Nuoro, esperto della metodologia didattica sviluppata dal compositore tedesco Carl Orff (1895-1982) – innovative e complessive elaborazioni basate su una pedagogia attiva, che mira a stimolare un approccio olistico e coinvolgente dei bambini verso l’apprendimento musicale in senso creativo e di sviluppo socializzante – si è perfezionato a Roma frequentando la Scuola di Musica Popolare Donna Olimpia, diretta da Giovanni Piazza (1937-2022). Una preparazione singolare e di competenze che, da diversi anni, lo vuole protagonista della formativa didattica musicale Orff e impegnato come docente nella scuola pubblica; alla base professionale una laurea in etnomusicologia al Dams di Bologna, sotto la guida di Roberto Lèydi (1928-2003), e successivamente in pianoforte jazz al Conservatorio “Canepa” di Sassari.
Autore anche di canzoni in italiano e inglese, ha realizzato due lavori discografici in sardo, titolati “Tancas chene cresuras” e “Elikes”; collabora con gruppi musicali e sodalizi impegnati nel “confronto tra musica da ballo tradizionale sarda e sonorità jazzistiche”. Nell’ambito della coralità popolare ha realizzato diverse produzioni da compositore su testi sardi e si occupa della direzione dei cori Prama ‘e seda di Cala Gonone-Dorgali e Grazia Deledda di Nuoro. Da opere narrative di Sergio Atzeni e di Emilio Lussu ha tratto due Recital teatrali di grande effetto per l’interpretazione letteraria e l’elaborazione compositiva dei diversi stili musicali contemporanei.
Si propone alla lettura il testo della cantone Sonnia.
Sonnia
Canto de chelos pianghentes
de solianas baddes de nues in istiu
Canto de friscas campagnas de gamas
paschende de antichidades
Canto de carreras solas
de biancos mendularios de contos de ribos
canto s’ocrada ‘e sos montes chin d’ana bidu risittos e piantos
a de notte e a de die
e ti lassan ti lassan sonniare
Canto de piantos de chercos
chi non pasan e timen su bentu in istiu
Canto de seros de affocu
de alinos malos de focu finzas in su ribu
Canto de mizzas de ocros chi pranghen e pranghen non finin mai
Canto de mizzas de ocros chi pranghen e pranghen e iffunden sos ribos
Sonnia sonnia sonnia tue bellos buscos virdes e friscura
Sonnio milli milli frores chi appas in bisione e bonas nobas
so sonniande pro te so precande pro te
Canto de prados mudos
de olibarios e binzas de birdes cunzaos
Canto de costas de murta
neulaches e armidda e campos de trigu
Canto de ozastros ridentes, liberos innossentes chene meres
Chi cantan contra ‘e sas sas ideas malas
Cristoforo Puddu























