Un’economia che si muove tra radici profonde e nuovi slanci, ancorata ai settori tradizionali ma sempre più vivace in ambiti innovativi. È l’immagine che emerge dal Rapporto sull’economia della provincia di Nuoro – Terzo trimestre 2025, elaborato dall’Osservatorio Economico della Camera di Commercio di Nuoro. Il tessuto socio-economico provinciale si conferma resiliente e dinamico, con segnali di eccellenza su occupazione, export e imprenditoria femminile e giovanile. Restano però fragilità strutturali, legate alla prevalenza di micro-imprese, alla bassa natalità imprenditoriale e alla scarsa redditività in alcuni settori chiave.
A fine 2024, le imprese registrate in provincia erano 31.275, di cui 27.745 attive. Il numero complessivo resta stabile (+0,2%), ma con dinamiche interne significative: crescono le società di capitali (+4,1%) e le imprese a conduzione femminile (24,4% sul totale), che superano le medie regionale e nazionale. Anche l’imprenditoria giovanile si distingue superando tutte le altre medie con il 10,4% di imprese guidate da under 35.
Gli occupati nelle imprese salgono a 51.464, con un incremento del +1,7% in un anno. Il dato è ancora più rilevante nel primo trimestre 2025, che registra un +7,8% di occupati, ben al di sopra della media nazionale (+1,8%).
L’analisi del rapporto evidenzia i comparti che più contribuiscono alla vivacità economica del territorio. Al primo posto si collocano i servizi alle imprese, con un incremento occupazionale del +10,7% nell’ultimo anno. Seguono i trasporti e spedizioni (+9,2%) e il turismo (+3,8%).
Questi comparti mostrano anche livelli di redditività molto elevati, come confermano i dati di bilancio: il ROE (indice di redditività delle aziende) nel 2024 è pari al 19,1% per le costruzioni, al 16,6% per i trasporti e al 15,3% per il commercio. Anche il turismo, pur ancora soggetto a stagionalità, mostra segnali di consolidamento e potenziale espansione.
La provincia registra un vero e proprio exploit delle esportazioni (+176,8% nel primo trimestre 2025 rispetto al 2024), accompagnato da un forte incremento del valore aggiunto, una drastica riduzione della cassa integrazione (-86,4%) e una crescita delle start-up innovative (+11,1%).
I dati di bilancio di un campione di 831 imprese confermano la solidità economico-finanziaria del tessuto produttivo: tra il 2022 e il 2024, il valore della produzione è cresciuto da 1,36 a 1,62 miliardi di euro, mentre gli utili netti sono più che raddoppiati (da 24,9 a 56,8 milioni di euro).
Oltre alla solidità economico-finanziaria emersa dai dati di bilancio, il report segnala una notevole capacità di tenuta del tessuto imprenditoriale locale, soprattutto in termini di continuità e resistenza nel tempo. Già nel 2023 il tasso di mortalità imprenditoriale risultava il più basso d’Italia, oggi si conferma la capacità delle imprese nuoresi di restare sul mercato anche in contesti instabili se si considera che il tasso di sopravvivenza a tre anni delle imprese nate nel 2021 si attesta al 76,8%, con picchi del 95,2% nel settore trasporti e dell’85,6% in agricoltura. L’agricoltura, con il 36,9% delle imprese attive (vs 13,5% nazionale), resta il settore dominante. Infine, il settore turistico contribuisce al 7,37% del valore aggiunto provinciale, rafforzando il suo ruolo come comparto economico strategico, seppur ancora stagionale.
Bassa natalità imprenditoriale: tasso al 3,72%, con la provincia al 106° posto nazionale. Le iscrizioni di nuove imprese calano del -17,2% nel terzo trimestre 2025 (a fronte del -2,1% nazionale).
Prevalenza di micro-imprese: rappresentano l’82,6% del campione. Si evidenzia che le sole due grandi imprese generano più valore della produzione di tutte le micro insieme.
Manifatturiero ed energia poco redditizi: pur generando 730 milioni di euro di produzione, il settore ha un ROE appena del 2,3%.
Turismo ancora fragile: nonostante la crescita, resta legato a forte stagionalità e margini di redditività bassi (ROE 3,8%).
Contrazione del credito: prestiti alle imprese in calo del -3,7%, potenziale ostacolo alla crescita.
Altri indicatori strutturali. Il valore medio della produzione per azienda a Nuoro (1,95 milioni di euro) risulta inferiore alla media regionale (2,46 milioni), segnalando una produttività media più bassa. Le imprese di Nuoro contribuiscono per il 7,7% al valore della produzione totale sarda e per il 9,7% al valore aggiunto, pur rappresentando una quota maggiore in termini di numerosità. Le micro-imprese mostrano una variazione occupazionale negativa (-1,5% nel secondo trimestre 2025), a fronte della crescita delle piccole e medie imprese.
Una sfida di sistema: verso un nuovo modello di sviluppo
«L’economia nuorese dimostra capacità di tenuta e vivacità in settori chiave, ma rischia di restare ancorata ad una struttura troppo frammentata e sottodimensionata – spiega Maria Luisa Ariu, responsabile dell’Osservatorio Economico della CCIAA di Nuoro -. Si trova a un bivio: rimanere ancorata a un modello basato sulla sopravvivenza, rischiando un lento declino, oppure sfruttare i propri punti di forza per innescare una transizione che, oltre che lo stimolare la natalità imprenditoriale, punti soprattutto a far crescere le imprese esistenti in dimensione, produttività e redditività. Serve un cambio di paradigma: più servizi avanzati, innovazione, credito accessibile, sostegno a giovani e donne, un turismo più qualificato e la riconversione dei settori in crisi.»
L’Osservatorio Economico della CCIAA di Nuoro prosegue nel monitoraggio dei dati economici, mettendo a disposizione analisi utili ad imprese, enti locali e cittadini.















