«Siamo profondamente preoccupati per l’ipotesi che il Rally Italia Sardegna possa non essere confermato nelle prossime edizioni. Il Rally rappresenta da anni un evento di rilievo internazionale e un vero volano economico per la Sardegna e per la Gallura.»
Lo ha detto Bruno Brandano, segretario generale della CISL Gallura.
Secondo il Rapporto ufficiale 2024, il Rally garantisce una visibilità mondiale straordinaria, capace di promuovere l’immagine della Sardegna come destinazione turistica e sportiva d’eccellenza, con un media value stimato in 24,7 milioni di euro, equivalente a una campagna pubblicitaria globale di altissimo livello.
«Parliamo di 87 equipaggi da 34 nazioni e di un pubblico che proviene per oltre metà dall’Europa e per il 31% dal resto d’Italia. Con una permanenza media di oltre tre notti – sottolinea Bruno Brandano -, ogni spettatore spende in media circa 125 euro al giorno, generando un impatto diretto su hotel, ristoranti, carburante, trasporti – navi, aerei, elicotteri, noleggio auto – e su tutta la filiera dei servizi locali. Solo l’organizzatore immette nel territorio oltre 3 milioni di euro, a cui si aggiunge un indotto di pari entità, in un periodo dell’anno tradizionalmente a bassa affluenza turistica »
Il Rally, secondo la Cisl gallurese, non è solo sport: «E’ lavoro e sviluppo. Centinaia di addetti tra tecnici, volontari, operatori turistici e imprese locali collaborano per garantire l’evento, generando occupazione stagionale e rafforzando la filiera turistica e commerciale del territorio. È inutile chiedere alle strutture ricettive, ai ristoranti e ai servizi in genere di restare aperti se poi non ci sono turisti: senza eventi che attraggano visitatori, le imprese non possono sostenere costi e personale. Perdere il Rally significherebbe rinunciare a una stagione che porta visibilità internazionale e un indotto economico essenziale per migliaia di famiglie e per l’economia della Gallura e della Sardegna. Per questo – conclude il segretario Bruno Brandano – chiediamo con forza di creare nuove opportunità per destagionalizzare il turismo e avere stagioni turistiche tutto l’anno, evitando di disperdere un patrimonio di esperienze e relazioni costruito in vent’anni».














