Dal 17 al 23 agosto Mogoro sarà il teatro l’edizione estiva del Pedras et Sonus Jazz Festival 2025, con la direzione artistica della clarinettista Zoe Pia, in scena dal 17 al 23 agosto. Tra i protagonisti Andrina Bollinger, Arthur Hnatek, Irene Loche con il suo progetto Keep Walking, la danzatrice acrobatica Carmen Perfetto, il trio Radici guidato da Ada Montellanico con Simone Graziano e Filippo Vignato, il polistrumentista Andrea Sanna, il giovane sassofonista Elias Lapia, il cantautore Giovanni Segreti Bruno, l’artista visivo e sonoro Mebitek, e uno degli eventi centrali dell’intero cartellone: il concerto solista di Cristiano Godano, frontman dei Marlene Kuntz. Completa il programma il contrabbassista e compositore Paolo Damiani, il duo narrativo-musicale King Shepherd and the Lost Sheep, e l’Enrico Antonio Locci 4et con il suo set di latin jazz afro-cubano.
Torna l’appuntamento con Jatzilleri, il festival nel festival che vive nei locali di Mogoro e Cagliari: tra i protagonisti Marco Farris & Sessioninblues, The Corners guidati da Stefano Fanni, Antonio Floris & Elias Lapia 4et, Giovanni Segreti Bruno al Caffè Gitano, e l’Enrico Antonio Locci 4et.
«Il Pedras et Sonus Jazz Festival 2025 si assume la responsabilità sociale di essere dalla parte della musica contro il silenzio, così come hanno fatto tante realtà artistiche a partire dalle orchestre di musica classica già nei mesi scorsi riguardo la questione palestinese – spiega Zoe Pia, direttrice artistica del Pedras et Sonus Jazz Festival – In particolar modo, mi riferisco al massacro che sta avvenendo giorno dopo giorno, ora dopo ora davanti ai nostri schermi, e quindi davanti ai nostri occhi, nella Striscia di Gaza. Jung diceva che “si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona”, e con il Pedras et Sonus vogliamo dare il nostro contributo affinché ci sia uno stop al genocidio in corso. Il jazz è Patrimonio UNESCO perché simbolo di tolleranza e rispetto reciproco tra i popoli: questo è un valore da divulgare e da tenere a mente il più possibile per il nostro passaggio su questo pianeta. Lo si fa anche ricordando che non si sceglie dove nascere, e che ciò che la vita ci riserva non è dato saperlo. Mi colpì molto una scritta su un muro, mentre passeggiavo a Bologna, che voglio citare: “Pensati a Gaza”. L’autrice di quella frase, vergata con un pennarello nero su un muro spoglio, è Giulia Vadalà, attivista e studentessa di filosofia, e quelle parole non mi hanno più abbandonata. Durante il festival verranno realizzate alcune registrazioni audio che saranno poi inserite all’interno del programma Margini di Martino Corrias, che sarà trasmesso in replica su Radio Alhara, una stazione radio online palestinese che trasmette da Betlemme.»
Antonio Caria