Sono iniziati da qualche giorno i lavori per migliorare la capacità di deflusso nel tratto tombato del Rio Pedrugnanu, che scorre in direzione sud est – nord ovest, attraversando la parte centrale del centro urbano di Sennori.
Si tratta di urgenti e fondamentali opere di messa in sicurezza del canale attualmente coperto, in modo da mitigare i rischi idraulici che comportano inondazioni e crolli in caso di eventi metereologici estremi, quali precipitazioni forti e intense.
I lavori rientrano in un progetto generale di messa in sicurezza che prevede, in alcuni tratti, la sostituzione del canale tombato con un canale a cielo aperto, e in altri il miglioramento della condotta con anche la separazione fra acque bianche e acque nere.
L’intervento interessa l’intero tratto tombato del Rio Pedrugnanu, che ha inizio a monte del fabbricato del Municipio, sviluppandosi al di sotto dello stesso, attraversando quindi l’area verde a valle, passando sotto la strada statale 200 dell’Anglona, denominata in questo tratto via Roma, e proseguendo lungo la viabilità urbana, nello specifico nelle vie D’Annunzio e Sassari, per poi riattraversare via Roma e terminare a valle del confine con il comune di Sorso, sboccando nell’alveo naturale.
I lavori, che avranno un costo complessivo di quasi 3 milioni di euro, saranno eseguiti in due lotti. Le scelte progettuali sono state condivise e approvate da tutti gli enti preposti e coinvolti nell’iter di definizione dell’intervento.
«Finalmente si interviene per risolvere una criticità nota da anni, che con il passare del tempo si è aggravata, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici che causano forti piogge con sempre maggiore frequenza e intensità – commenta il sindaco, Nicola Sassu -. Il canale tombato non è più in grado di reggere i forti afflussi di acqua, esponendo una larga parte del centro abitato a enormi rischi idrogeologici. I lavori avranno un considerevole impatto sulla città, per pochi mesi, ma questo intervento è necessario e urgente per evitare che Sennori si trovi a dover affrontare catastrofi e tragedie come quelle che, purtroppo e loro malgrado, hanno vissuto altri centri della Sardegna.»