La Sardegna alza la voce sull’agricoltura, sulla pesca e sul futuro dei fondi europei. Al Tavolo verde convocato dal Partito Democratico all’Hotel Sa Rodia, europarlamentari, organizzazioni agricole e cooperative hanno lanciato un messaggio netto alla Commissione UE: il nuovo bilancio europeo non può indebolire le Regioni né tagliare strumenti vitali per l’isola.
Nel confronto con Stefano Bonaccini e Giuseppe Lupo è emersa una preoccupazione condivisa: la proposta di un fondo unico europeo che accorperebbe PAC, sviluppo rurale e coesione, sottraendo alla Sardegna la possibilità di programmare risorse decisive. Bonaccini ha definito la centralizzazione «devastante» per un territorio in cui il PSR rappresenta oltre un terzo dei fondi UE e ha ricordato come un taglio del 20% alla PAC, privo di indicizzazione all’inflazione, renderebbe insostenibile il lavoro di migliaia di aziende agricole. Al tempo stesso ha ribadito che la battaglia non è solo difensiva: dalle misure dell’Omnibus alle tutele per giovani e piccoli agricoltori, fino al pacchetto vino e alla direttiva sulle pratiche sleali approvata all’unanimità, esistono già strumenti europei che dimostrano quanto una linea chiara possa incidere sul futuro del settore.
Accanto all’agricoltura, la pesca è apparsa come un altro fronte delicatissimo. Giuseppe Lupo ha richiamato l’urgenza di proteggere le marinerie sarde dagli effetti combinati dei cambiamenti climatici, delle pressioni transfrontaliere e, soprattutto, della concorrenza sleale che penalizza prodotti di qualità come il gambero mediterraneo. Per l’eurodeputato, rafforzare tracciabilità, controlli e accordi di pesca equilibrati non è soltanto una tutela delle filiere ma una garanzia di sicurezza alimentare per l’intera Europa.
Le organizzazioni agricole – Coldiretti, CIA, Copagri, Confcooperative e AGCI – hanno condiviso la necessità di presentarsi unite davanti alle istituzioni europee e alla manifestazione del 18 dicembre, giudicata un passaggio cruciale. Hanno espresso forte allarme per la prospettiva di un bilancio che, oltre a ridurre il valore reale dei fondi, metterebbe in discussione la capacità della Regione di intervenire su agricoltura, pesca e aree interne: un rischio reputato incompatibile con le esigenze dell’isola e con la sua fragilità produttiva.
Il PD Sardegna ha rimarcato che l’Italia non può accettare una proposta di bilancio che taglia la PAC, non prevede risorse aggiuntive per rispondere alle nuove sfide e depotenzia i territori. Per il segretario regionale Silvio Lai, servono invece un’Europa più forte e strumenti finanziari più coraggiosi, anche attraverso il debito comune, per difendere i settori tradizionali e sostenere quelli emergenti. «Agricoltura, pesca e coesione sociale – ha affermato – sono pilastri della Sardegna e vanno tutelati con determinazione, facendo arrivare a Bruxelles una voce unitaria e chiara».
Partito Democratico della Sardegna
















