«La Sardegna ha bisogno di lavoro vero, stabile e sicuro. Occupazione giovanile, investimenti produttivi, parità di genere, politica industriale, energetica e sviluppo sostenibile devono tornare al centro dell’agenda politica regionale e nazionale. Basta interventi frammentati e logiche emergenziali: serve una visione di lungo periodo, che parta dal territorio e dalle persone.»
È il messaggio rilanciato dal segretario generale della Cisl, Pier Luigi Ledda, anche alla luce delle recenti parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha richiamato il mondo politico e sociale a un’azione concreta e responsabile per affrontare la crisi del lavoro in Italia.
«Le parole del Capo dello Stato trovano piena condivisione nella CISL: non c’è coesione senza lavoro, non c’è giustizia sociale senza salari dignitosi, non c’è futuro per i nostri giovani se non ripartiamo da investimenti e innovazione. La Sardegna – sottolinea ancora Pier Luigi Ledda – è stanca di essere periferia: vogliamo diventare protagonisti di un nuovo modello di sviluppo fondato su occupazione di qualità, valorizzazione delle risorse locali e transizione ecologica.»
La Cisl denuncia ritardi nei rinnovi contrattuali, gravi carenze nei servizi pubblici e un tessuto economico ancora troppo fragile. «Sanità, scuola, trasporti, turismo e industria verde devono diventare assi strategici per rilanciare il lavoro – prosegue il segretario generale -. Ma servono scelte coraggiose: investimenti strutturali, attrazione di imprese, incentivi alla formazione e lotta alla precarietà.»
Fondamentale anche una strategia chiara per la politica industriale ed energetica regionale. «La transizione non può avvenire a scapito dell’occupazione. Servono politiche industriali capaci di coniugare innovazione e coesione sociale, con investimenti sulle filiere locali e un forte coinvolgimento dei lavoratori. La Sardegna ha un potenziale enorme sulle rinnovabili, ma servono regole, pianificazione e benefici concreti per i territori. No a speculazioni; sì a uno sviluppo energetico che crei lavoro buono e qualificato.»
Il sindacato richiama anche l’urgenza della sicurezza sul lavoro: «Non si può parlare di sviluppo se nei luoghi di lavoro si continua a morire. La cultura della prevenzione deve diventare una priorità assoluta. Anche su questo punto occorre dare concretezza quanto prima al protocollo di Buggerru. Occupazione, equità di genere, politica industriale e transizione energetica devono camminare insieme. La politica, a ogni livello – conclude Pier Luigi Ledda – deve ascoltare il lavoro. La Cisl è pronta al confronto, ma anche alla mobilitazione se non arriveranno risposte concrete. Il futuro della Sardegna si costruisce con dignità, contrattazione e partecipazione».


















