Con il nuovo bando Home Care Premium (HCP) 2025–2028, l’INPS ha modificato in modo significativo l’assetto delle prestazioni prevalenti e integrative, incidendo sull’organizzazione dei servizi domiciliari per persone non autosufficienti e sul ruolo del Terzo Settore. Tali scelte hanno già prodotto forti criticità, segnalate da organizzazioni datoriali e sindacali della cooperazione sociale e dagli Ambiti Territoriali Sociali.
«Abbiamo già depositato numerose interrogazioni sul tema rivolte al Ministero del Lavoro, ma le risposte sono state inadeguate o non sono arrivate affatto – denunciano Francesca Ghirra e Silvio Lai -. Non solo la piattaforma informatica e le procedure di accreditamento hanno mostrato malfunzionamenti e lacune operative, ma risulta persino che taluni Uffici di Piano abbiano richiesto l’iscrizione a un Albo non operativo per gli educatori socio-pedagogici, determinando rigetti delle domande.»
«Dai territori arrivano denunce circostanziate – spiegano -. I professionisti dipendenti di cooperative non riescono a completare l’accreditamento, i beneficiari non possono selezionarli, non sono visibili budget e dati necessari alla pianificazione degli interventi, regnano incertezza su fatture e pagamenti e non ci sono regole chiare per la sostituzione durante ferie o malattia. È un corto circuito che scarica sui più fragili i costi dell’improvvisazione. È stata anche rappresentata l’assenza sul mercato regionale, in particolare in Sardegna, della figura degli operatori socioassistenziali con qualifica regionale, dopo anni in cui le funzioni di assistenza di base sono state svolte da personale con esperienza ma senza quello specifico titolo, con il rischio di interruzione dei servizi e perdita di posti di lavoro se non si gestisce la transizione in modo ordinato.»

















