Due nastri dedicati a Cinzia Pinna, entrambi realizzati da donne sarde. Li porterà a Olbia Rosalba Castelli, “artivista viandante” e presidente dell’associazione Artemixia di Torino, che mercoledì 5 novembre arriverà nel capoluogo gallurese per una nuova tappa del progetto “Orme d’ombra”. L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulla necessità di fare prevenzione in merito alla violenza di genere, in tutte le sue forme. La tragica morte della 32enne donna di Castelsardo, uccisa lo scorso settembre, è una ferita freschissima per tutta la Sardegna. I nastri recanti il suo nome sono stati realizzanti da due volontarie sarde: il primo, che verrà deposto all’Istituto tecnico superiore “Attilio Deffenu”, è stato ricamato da Cristina, una donna di San Giovanni Suergiu, che lo ha realizzato all’indomani della morte di Cinzia e lo ha fatto arrivare a Rosalba Castelli tramite una staffetta di solidarietà: un tassista lo ha portato sino a Cagliari per consegnarglielo durante il suo cammino a piedi in Sardegna. Il secondo, che Rosalba conserverà sino alla tappa di Castelsardo, lo ha realizzato Maria Luisa di Ulassai, che ha ricamato anche altri nastri per lo stesso progetto: l’intento è di donarlo direttamente alla famiglia di Cinzia, in forma privata, come segno di vicinanza e memoria condivisa.
«Da due mesi sono in cammino – spiega Rosalba Castelli -. Sono partita il 6 settembre da Montevecchio e il 5 novembre arriverò a Olbia, dopo aver percorso centinaia di chilometri e incontrato tante comunità. Porto con me i nastri con i nomi e i cognomi delle donne vittime di femminicidio, ma porto anche le storie, le parole, gli sguardi che ogni giorno raccolgo lungo il percorso. E so di unirmi alla voce di molte sorelle e fratelli delle vittime. Sono testimone di una memoria che cammina, che chiede ai territori di unirsi, di farsi coro intorno a questi nomi per non dimenticare. A Olbia incontrerò diverse realtà che lavorano con grande impegno sul tema della violenza di genere – tra cui il Centro antiviolenza “Prospettiva Donna” che avrò il piacere di incontrare al mattino – e parteciperò a un momento di confronto con l’amministrazione comunale di Loiri Porto San Paolo, che ha mostrato una vicinanza autentica e concreta a questo percorso. Ci sarà anche un incontro con le scuole di Olbia, a cui tengo profondamente: con studentesse e studenti avremo la possibilità di dialogare su temi difficili, ma anche di condividere memoria e speranza, ricordando insieme le nostre amiche, le nostre famiglie, le nostre comunità ferite. La ferita più grande e recente in Gallura è il femminicidio di Cinzia Pinna. Metteremo il suo nome nella scuola. Dopo oltre mille studenti e studentesse incontrati in questi due mesi, sento che questo cammino sta davvero tessendo legami, intrecciando trame tra i territori e producendo semi di consapevolezza che, ne sono certa, troveranno modo di attecchire. È un nuovo modo di fare arte e sensibilizzazione: in cammino, passo dopo passo, per trasformare la memoria in futuro.»
Questo il programma del 5 novembre a Olbia.
Ore 9.15 – Centro antiviolenza “Prospettiva Donna”, via delle Ginestre n. 5 – Olbia. Incontro con l’équipe del centro, guidata dalla presidente Patrizia Desole, e confronto sulle azioni di prevenzione e sostegno alle donne vittime di violenza.
Ore 10.00 – Istituto tecnico superiore “Attilio Deffenu”. Incontro con due classi dell’istituto (referente prof.ssa Monica Deledda, dirigente scolastico prof. Stefano Stacca). Durante l’incontro verrà apposto il nastro in memoria di Cinzia Pinna.
Ore 12.30 – Incontro con l’Amministrazione comunale di Loiri Porto San Paolo, per condividere il messaggio di “Orme d’ombra” e il valore delle reti territoriali nella lotta alla violenza di genere.
Ore 15.30 – Visita alla Tomba dei Giganti di Su Monte ‘e s’Abe, nei pressi del castello di Pedres. Momento di riflessione e incontro con la stampa locale, alla presenza dell’archeologa Paola Mancini, che parlerà anche di Editta Castaldi, l’archeologa che riportò alla luce la Tomba. Un luogo simbolico, di memoria e radici antiche, che accoglierà le parole, i nastri e le storie del cammino, intrecciando la memoria delle donne di oggi con quella delle donne di un tempo.
«La figura di Editta Castaldi, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla sua nascita, è di grande significato per tutti gli archeologi italiani, e per le archeologhe in particolare – spiega la dottoressa Paola Mancini -. Per noi è stata un faro. Ha lavorato dagli anni Sessanta sino ai Novanta, sia all’estero (in Pakistan, soprattutto) che in Italia. In Sardegna, le scoperte delle più note e monumentali tombe dei giganti della Gallura, e non solo, portano il suo nome. Ha diretto gli scavi in tantissimi siti di grande importanza, tra cui Su Monte ‘e s’Abe, in un periodo storico in cui per una donna era difficile assumere ruoli di tale rilievo. Ricordarla è il minimo che possa fare la nostra comunità.»



















