«Con una piena implementazione dell’intelligenza artificiale in Sardegna sono a rischio quasi 60mila posti. Il sindacato deve tutelare i lavoratori in questa transizione, non può stare ai margini.»
Così la segretaria generale della Uil Sardegna, Fulvia Murru analizzando i dati sulla diffusione dell’uso dell’IA.
«L’intelligenza artificiale – precisa la segretaria – sta trasformando in profondità il mercato del lavoro: in Italia circa 10 milioni di lavoratori sono considerati ‘altamente esposti’ agli effetti dell’IA, che influenzerà sia le mansioni meno qualificate che quelle più specializzate. Nel nostro Paese solo circa il 5 % delle imprese ha adottato soluzioni di IA, a fronte di una media europea più elevata”. Ed entrando nel merito della situazione in Sardegna “il 23,4 % delle imprese con dipendenti utilizza già tecnologie di IA per migliorare processi e prodotti – evidenzia Fulvia Murru – l’Isola è terza in Italia per diffusione. Tuttavia, nello stesso contesto regionale, sono stimati rischi occupazionali significativi: entro uno scenario di piena implementazione dell’automazione, la perdita netta potrebbe raggiungere circa 59.253 posti di lavoro.»
Secondo la segretaria generale «il ruolo del sindacato i in questo momento diventa cruciale dobbiamo promuovere la formazione continua, tutelare i lavoratori nella fase di transizione, costruire una governance dell’IA che ponga al centro i diritti, la qualità del lavoro e la dignità delle persone. Un sindacato forte non può stare ai margini del cambiamento: deve guidarlo».
Entrando nel dettaglio dei dati: in Sardegna sono circa 4.967 le imprese che utilizzano già l’intelligenza artificiale, di cui circa 1.161 artigiane.
Le applicazioni più diffuse sono: gestione economico-finanziaria (46%), marketing ed e-commerce (34,8%), gestione clienti (18,8%), produzione/servizi (18,5%) e sicurezza informatica (18,3%).


















