“Fede e cultura: il mondo di Raimondo Turtas. Storia, lingua e identità”, è il titolo di una ricca giornata di studi dedicata al religioso e intellettuale bittese, Raimondo Turtas (nato nel 1931 e scomparso nel 2018), che si terrà sabato 22 marzo, a partire dalle ore 9 nel cinema teatro Ariston del paese barbaricino. Tre sessioni e un dibattito finale articoleranno i lavori moderati, tra mattino e pomeriggio, dai giornalisti Marilena Orunesu e Michele Tatti. L’appuntamento del prossimo fine settimana vedrà intervenire relatori di alto livello che racconteranno e analizzeranno la figura del gesuita Raimondo Turtas lungo il suo articolato percorso di formazione spirituale e di ricerca storica e documentale, di missione evangelica e di appassionate sessioni di studio all’estero, fino all’esperienza dell’insegnamento universitario a Sassari. Dal 1972, Turtas produsse oltre duecento tra volumi, saggi, articoli, presentazioni, partecipazioni a collettanee, di alto valore storico-scientifico. L’iniziativa del 22 marzo è finanziata dal settore Cultura del comune di Bitti e organizzata, con particolare cura, da Diego Carru e Gloria Turtas.
«I lavori del convegno – ha spiegato il delegato alla Cultura dell’amministrazione locale, Mario Sanna – rappresentano un’opportunità unica di approfondimento della figura poliedrica del compianto e benevolo sacerdote padre Raimondo Turtas, il più importante storico della Chiesa della nostra Isola e attivo sostenitore dell’uso della lingua sarda nella liturgia.»
«In questa giornata di studi c’è un aspetto celebrativo della figura di padre Raimondo Turtas, da far conoscere ai compaesani e anche al grande pubblico per la portata degli esiti dei suoi lavori, delle sue ricerche e pubblicazioni, la più importante delle quali è “La storia della Chiesa in Sardegna”.»
Lo ha detto Diego Carru che ha aggiunto: «Un altro intento del convegno è quello di rilanciare, nel futuro, gli studi su Turtas e i temi che lui ha trattato. C’è poi un aspetto più attuale, che vogliamo sviscerare con i protagonisti durante il dibattito: l’uso della lingua sarda nella liturgia della Chiesa cattolica. Un tema che lo appassionava molto e per il quale ha lavorato tanto, coinvolgendo il meglio degli intellettuali sardi. Il suo intento era prettamente religioso, ma coinvolgeva l’interezza della personalità umana; quindi, diventava anche un tema identitario e culturale».