I problemi maggiori sono stati registrati nel Sarrabus (da 64 a 100 millimetri di piogge cadute nel periodo di riferimento) e in Ogliastra e Sulcis (tra 81 a 140 millimetri di precipitazioni). Il tutto aggravato da anomalie sulle precipitazioni che hanno portato, sempre nel semestre di riferimento, a un calo di piogge attestate tra 239 e 320 millimetri in meno su queste zone (Sarrabus-Gerrei con il picco rilevato alla stazione di Escalaplano e Ogliastra sino a Baunei e Urzulei anche se nelle prime settimane del 2024 il picco di calo è stato rilevato a Siniscola). Se il Campidano di Cagliari continua a mantenere un livello di precipitazioni abbastanza basso, ma più o meno costante, va meglio in tutta la costa occidentale con le precipitazioni cadute nell’ultimo semestre 2023 che hanno portato tra 260 e picchi di 430 millimetri tra l’Oristanese, il Montiferru e Planargia. Reggono le zone montane del Gennargentu.
In questo quadro «è necessario dichiarare lo stato di calamità naturale in quelle zone che stanno soffrendo maggiormente il problema siccità che sta portando a ripercussioni anche sul sistema agropastorale isolano con rischi sul sistema irriguo dei prossimi mesi – sottolinea il presidente Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – ma bisogna al contempo anche andare oltre e fare in modo che questi cambiamenti climatici possano essere affrontati nel migliore dei modi dalle nostre comunità locali. Parliamo della necessità di avere una gestione più virtuosa ed efficace della risorsa idrica attraverso il miglioramento delle reti idriche infrastrutturali con una migliore gestione delle dighe, sostenendo e rafforzando il ruolo dei Consorzi di bonifica e supportando le aziende agricole sarde attraverso il rafforzamento delle misure a investimento, finalizzate anche al sistema irriguo, e all’agricoltura di precisione».