Il Comitato regionale INPS per la Sardegna, fin dal suo insediamento nel mese di marzo del 2019, ha costantemente attenzionato la questione della salvaguardia del presidio territoriale dell’INPS in Sardegna, sia in termini di numero di strutture (attualmente venticinque totali, articolate in Direzioni provinciali, Agenzie territoriali, Punti INPS), che di organici assegnati.
I Comitati provinciali e diverse realtà territoriali hanno manifestato più volte il disagio che l’Istituto stava arrecando con l’abbandono di alcuni territori, specialmente nelle zone interne.
L’Istituto in Sardegna registra 2,05 miliardi di euro di entrate a fronte di 4,9 miliardi di uscite, 4,5 delle quali per prestazioni pensionistiche, rappresentando così una realtà economica di primario rilievo nel territorio isolano, che vede su una superficie di circa 24mila kmq la presenza di ben 377 comuni. La popolazione residente è di circa 1,6 milioni, con oltre 400mila abitanti che si collocano nella fascia di età superiore ai 65 anni.
Prendendo le mosse da questo contesto, la conservazione di un’adeguata presenza sul territorio – intesa sia come numero delle strutture che di adeguata consistenza di personale – si rende oltremodo necessaria, al fine di garantire elevati livelli di efficienza ed efficacia nei servizi all’utenza, a cominciare dai soggetti più fragili, come anziani o malati, che soffrono maggiormente del cd. digitale divide.
Negli ultimi anni, al contrario, si è registrato un progressivo impoverimento della presenza delle pubbliche amministrazioni sul territorio sardo, in particolare nelle zone interne: nel caso dell’Istituto il trend è confermato dall’importante contrazione negli organici, passata dalle 814 unità del 2019 alle 680 attuali.
Sul versante della conservazione delle attuali strutture territoriali, a cominciare dalle agenzie, che costituiscono il più importante presidio nei territori minori, il recente regolamento di attuazione sul decentramento territoriale (adottato con la deliberazione n. 171 del 24 novembre 2021 del Consiglio di amministrazione dell’Ente) ancora l’istituzione e/o la chiusura delle stesse agli esiti di una fase di
valutazione che investe tre parametri: popolazione residente, personale assegnato e cd. tasso di ipercopertura (in pratica il valore percentuale tra bacino di utenza e popolazione residente, calcolato pure in termini di tempi di raggiungimento della sede).
I Comitati territoriali dell’INPS sono chiamati ad esprimere, in caso di revisione degli assetti territoriali, un parere obbligatorio, ma non vincolante.
Premettendo che una rigida applicazione di tali parametri rischierebbe di penalizzare i cittadini in condizioni di fragilità e/o i territori che già presentano importanti condizioni di criticità (pensiamo ai fenomeni di spopolamento o ai noti problemi di viabilità interna), il Comitato regionale ritiene indispensabile salvaguardare e rafforzare l’attuale presidio sul territorio, senza fare riferimento solo a parametri definiti a livello nazionale, ma poco aderenti alla realtà isolana.
Inoltre, è altrettanto importante varare con ogni urgenza un piano straordinario per implementare gli organici delle varie strutture, ivi compresa la ricostituzione dei Centri Medico Legali (medici – infermieri – amministrativi), ricorrendo a procedure concorsuali, mobilità interna e comando/mobilità esterna per personale di altre amministrazioni pubbliche che manifesti disponibilità in tal senso.
Il Comitato regionale auspica che tutte le Istituzioni sarde, forze politiche e sociali, cui il presente documento viene indirizzato, intervengano per attivare a livello nazionale di Governo e di Direzione generale INPS un confronto teso a risolvere le suddette criticità.
Il presente ordine del giorno viene approvato con voto unanime, con l’astensione del rappresentante dell’Istituto.