Com’è noto, il territorio della Sardegna è oggetto da anni di un vero e proprio assalto ad opera di società impegnate nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’assalto si traduce nella progettazione e installazione di grandi impianti eolici o fotovoltaici, per lo sfruttamento del vento e del Sole e la loro trasformazione in elettricità.
La tendenza si è fortemente accentuata negli ultimi due anni, con oltre un centinaio di progetti in attesa delle varie autorizzazioni, e si rafforza ancora nel presente. A stimolarla è la decisione del governo italiano di installare quanti più impianti possibile per svincolare, in breve tempo, l’Italia stessa dalla schiavitù dei combustibili fossili. E la constatazione che le ultime norme emanate da Roma, come il decreto “Semplificazioni” di luglio, abbreviano i provvedimenti autorizzativi e facilitano la concessione dei permessi, sottraendo competenze alle Regioni e alle sovrintendenze locali e riportando ogni decisione al governo.
La Corona de Logu, assemblea degli amministratori locali indipendentisti di Sardegna, giudica tale situazione pericolosissima per l’Isola e del tutto inaccettabile.
La Sardegna produce già ora almeno un 40% di energia elettrica in eccesso rispetto al fabbisogno. L’energia in eccesso viene esportata verso l’Italia, senza alcun beneficio in bolletta per i sardi. Non vediamo alcuna necessità di incrementare la tendenza. Di più: siamo nettamente contrari alla trasformazione della Sardegna, come prospettato dagli stessi esponenti del governo italiano, in una piattaforma energetica a servizio della penisola. Non è interesse dei sardi.
La Corona de Logu invita tutti ad un cambio radicale di prospettiva. Il Sole e il vento sono ricchezze naturali peculiari dell’Isola e nei prossimi decenni emergerà in tutta evidenza il loro valore di asset strategici. L’utilizzo, in termini di energia e controvalore monetario, deve essere appannaggio dei sardi. Questo è, oggi e nel futuro, il criterio guida di ogni politica energetica che abbia per obbiettivo l’autodeterminazione del nostro popolo.
La Corona de Logu invita tutti gli amministratori locali ad adottare delibere d’indirizzo politico volte a scoraggiare lo sfruttamento energetico dei territori comunali. Ad esigere, contro ogni “semplificazione” per decreto e come vuole la sempre puntualmente disattesa Convenzione di Aarhus, il coinvolgimento dei residenti in ogni progettazione di grande impianto, perché dicano la loro con parere vincolante. Meglio: la Corona invita gli amministratori a farsi promotori della costituzione di comunità energetiche e impianti collettivi, come permesso dalla legge. A stimolare cioè, in ogni modo, l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia elettrica, erodendo il campo d’azione dei grandi giocatori industriali e lanciando alla politica un messaggio chiaro: oggi la democrazia energetica è una pratica applicabile nelle nostre comunità, sempre rivolte all’autodeterminazione dei sardi.
Scopo finale e per niente utopistico di questo cammino deve essere la creazione di un ente sardo per la produzione e distribuzione dell’energia elettrica, che faccia gli interessi dei sardi e ne tuteli il benessere ambientale. Siamo appena all’inizio di una battaglia che, partendo dal locale, permetta di affermarci come giocatore in campo energetico ben oltre i confini della Sardegna. Questo è il nostro compito. Questo è il nostro futuro.
Corona de logu