Il ritorno al voto per le Province è una notizia positiva, attesa da tempo. Tuttavia, non posso non evidenziare l’ errore fatto per la scelta della tempistica e della data. Fare le elezioni a fine settembre significa ignorare le enormi difficoltà in cui versano oggi le Province a livello di pianta organica. Parliamo di enti appena ricostituiti, ancora privi di una struttura consolidata e con personale ridotto all’osso, alle prese con l’attuazione di una riforma tuttora in corso. In questo contesto, chiedere di organizzare una tornata elettorale in pieno agosto vuol dire scaricare su dipendenti e funzionari un peso organizzativo enorme, nel momento meno adatto dell’anno. Sarebbe stato sufficiente uno slittamento di poche settimane, fissando la data a fine ottobre, per garantire tempi più distesi e condizioni più sostenibili. I termini non erano perentori, ma ordinatori, e la possibilità di un rinvio c’era. Eppure si è scelto di procedere senza valutare fino in fondo l’impatto pratico di questa scelta. La macchina amministrativa, già messa a dura prova, sarà costretta a uno sforzo supplementare nel mese tradizionalmente dedicato al riposo e alla riorganizzazione interna. Un prezzo che pagheranno ancora una volta gli uffici e le persone che ogni giorno, spesso in silenzio, tengono in piedi i nostri enti locali.
Si poteva scegliere diversamente, con più attenzione e più ascolto. Il ritorno delle Province alla piena operatività meritava un avvio ordinato, rispettoso dei tempi e delle persone. Ecco perché, pur nel pieno sostegno al processo elettorale in corso, esprimo perplessità e disaccordo sulla gestione dei tempi, che ritengo sbagliata e penalizzante per chi opera sul campo.
Alberto Urpi
Consigliere regionale della Sardegna