Un fiume umano. Saranno circa novecento i curridoris, uomini cabraresi di tutte le età vestiti con il saio bianco legato in vita da un cordone, che sabato 6 settembre correranno a piedi nudi lungo i sentieri del Sinis portando in spalla il simulacro del Santissimo Salvatore. C’è chi affronta la corsa per sciogliere un voto personale, chi per rinnovare il legame profondo con la propria comunità e chi per custodire una tradizione di famiglia che si tramanda di generazione in generazione o per chiedere una grazia. Motivazioni diverse che, intrecciandosi, danno forma e sostanza alla Corsa degli Scalzi: un gesto corale capace di trasformare la fede personale in patrimonio culturale collettivo. Guidati da un portabandiera, i corridori partiranno all’alba dalla parrocchiale di Santa Maria Assunta a Cabras, attraversando le vie del paese addobbate a festa, per raggiungere dopo sette chilometri senza soste il villaggio campestre di San Salvatore, tra sudore, polvere, lacrime ed emozioni.
La Festa di San Salvatore con la sua spettacolare Corsa degli Scalzi è un evento organizzato dal Comune di Cabras con il contributo dell’Assessorato regionale del Turismo – Sardegna Turismo, della Fondazione Mont’e Prama e della Fondazione di Sardegna, in collaborazione con il Comitato dei festeggiamenti civili “San Salvatore”, l’Associazione Is Curridoris, l’Associazione Santu Srabadoeddu e con il supporto organizzativo dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.
La notte che precede la Corsa si dorme poco a Cabras: la tensione è palpabile e l’attesa rende breve il riposo dei partecipanti. All’alba di sabato 6 settembre, dopo la messa celebrata da don Giuseppe Sanna, la statua del Santissimo Salvatore e lo stendardo saranno portati in processione lungo le vie del centro fino a via Tharros. Qui, attorno alle 7.00, uno dei curridoris più anziani pronuncerà l’invocazione “Basci in nomine ’e Deus”, il segnale che dà inizio alla corsa. Come un fiume in piena, il popolo degli scalzi muoverà i primi passi, accompagnato dagli applausi e dall’incoraggiamento della folla che sosterrà il Santo lungo tutto il cammino. L’arrivo al villaggio campestre, previsto intorno alle 8.30, sarà salutato dallo scoppio dei mortaretti, dagli applausi dei presenti e dal canto corale de Is Coggius, gli antichi inni in lingua sarda che accompagneranno la statua fino alla seicentesca chiesetta di San Salvatore, dove resterà custodita fino al giorno successivo.



















