Due allievi marescialli della Sardegna giurano nella Scuola sottufficiali dell’Esercito. Sono Cecilia Fiorucci, 24 anni, di Alghero, e Diego Brandolini, 19 anni, di San Gavino Monreale.
La Scuola Sottufficiali dell’Esercito, fu istituita a Viterbo nel 1965 su disposizione dello Stato Maggiore dell’Esercito, per unificare il ciclo formativo dei Sottufficiali, assumendo le competenze precedentemente svolte dalla Scuola Allievi Sottufficiali di Rieti e dalla Scuola Allievi Sottufficiali Ordinari di Spoleto.
È alle dirette dipendenze del Comando per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito e costituisce il Polo Unico di formazione dei Sottufficiali dell’Esercito, è responsabile quindi della formazione di tutti i Sottufficiali (dal 2024 viene svolto nella sede di Viterbo anche il corso Sergenti).
La missione assegnata alla Scuola consiste nell’assicurare programmi formativi aggiornati e aderenti all’evoluzione dottrinale e tecnologica d’impiego delle minori unità, ai moderni scenari operativi, all’internazionalizzazione delle risposte alle situazioni di crisi e alla complessità di vari fattori con i quali i futuri Comandanti misureranno le proprie capacità umane e professionali.
A tal fine l’Istituto organizza e conduce Corsi volti a:
- valorizzare e potenziare la personalità, le doti morali, spirituali e caratteriali, il senso di appartenenza ai valori e agli ideali militari;
- fornire un’adeguata preparazione fisica, culturale e professionale tesa alla formazione di Comandanti di plotone, di squadra, operatori, tecnici e riparatori capaci di autonomia decisionale;
- assicurare una formazione aderente ai moderni scenari e ai profili di impiego.
Per i corsi «regolari» allievi marescialli si estrinseca in un connubio di formazione universitaria (gli Allievi Marescialli acquisiscono la laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali curriculum Scienze Organizzative e Gestionali) e tecnico-militare con il conseguimento di diverse abilitazioni professionali (corso di paracadutismo, pattugliatore scelto, CBRN, C-IED, combattimento urban, etc.)
In particolare, l’Istituto assicura:
- la formazione di base (finalizzata alla presa di coscienza del proprio status di militare e all’acquisizione di competenze basiche e specialistiche necessarie) a favore dei corsi allievi Marescialli specializzazione comando, dei Marescialli a nomina diretta specializzazione Sanità, degli Orchestrali della Banda musicale dell’Esercito e dei Sergenti, ;
- la formazione avanzata (tesa al perfezionamento delle competenze basiche e specialistiche, già acquisite nella fase iniziale, in aderenza al profilo di impiego del personale) a favore dei marescialli del Corso di Branca e dei Sottufficiali di Corpo.
Sono l’allievo maresciallo Cecilia Fiorucci, ho 24 anni, sono nata ad Alghero in provincia di Sassari, dove risiedo tuttora. Sono diplomata al liceo linguistico e in seguito ho conseguito una laurea in tecniche di laboratorio biomedico all’Università di Sassari. Sono appassionata di arti marziali. Nel tempo libero praticavo sport e mi cimentavo in gare agonistiche di kick boxing. La mia famiglia è composta da mio padre, Ufficiale in pensione, mia madre casalinga e mia sorella più grande che è impiegata di un’azienda privata.
1. Come si entra a far parte della Scuola Sottufficiali dell’Esercito? Quali difficoltà hai avuto durante il concorso e come le hai superate?
Per accedere ho partecipato al concorso pubblicato sul portale del Ministero della Difesa. Tra le prove da superare, test di cultura generale, prove fisiche, visite mediche e psico-attitudinali, la più difficile è stata l’ultima, il tirocinio, svolto presso la Scuola sottufficiali, che ha richiesto un adattamento a una vita che risultava radicalmente diversa dalla mia.
2. Quali sono le qualità fondamentali per affrontare al meglio la vita all’interno della Scuola sottufficiali dell’Esercito?
Per affrontare questo percorso è importante sfruttare al meglio gli insegnamenti della Scuola, farli propri per poi applicarli quando diventeremo comandanti di plotone. Bisogna essere resilienti perché è un’esperienza che mette alla prova sotto tanti aspetti, che richiede concentrazione e impegno costante. Ci vuole anche spirito di sacrificio perché si rinuncia a molte cose che prima si davano per scontato.
3. Quale è stato il momento più difficile del tuo percorso fino ad ora e come lo hai superato?
Il periodo più difficile è stato quando mi sono infortunata durante un’attività di sede. È stata dura perché temevo di perdere le attività addestrative e non riuscire a recuperare l’infortunio, ma grazie alla linea di comando che mi ha sostenuto e mi ha permesso di usufruire di un percorso riabilitativo all’interno della Scuola, sono guarita e ho ripreso le normali attività senza conseguenze.
4. Come ti ha cambiato questa esperienza?
La mia persona è ancora in evoluzione, non è passato molto tempo da quando ho iniziato questo percorso ma già molte esperienze intense mi hanno fatto diventare più decisa e sicura di me stessa.
Mi ha insegnato a vivere in gruppo, ad avere fiducia nei miei colleghi e a essere una persona più responsabile, ma soprattutto che la lealtà è alla base di tutto.
5. Quale è il percorso di formazione all’interno della scuola? Quale attività Scolastica/sportiva/addestrativa ti appassiona di più e perché?
Presso la Scuola Sottufficiali conseguiamo una laurea triennale in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Durante la settimana pratichiamo molto sport, dall’atletica al nuoto, oltre ad attività più specifiche come Metodo di Combattimento Militare, costantemente seguiti da professionisti del settore. Le attività che personalmente preferisco sono quelle addestrative, perché ci permettono di confrontarci con i diversi scenari che dovremo affrontare nel corso della nostra carriera da Sottufficiale.
6. Come gestisci la lontananza da casa e il distacco dalla tua famiglia e dagli amici?
La lontananza dai miei affetti non è mai stato un problema però stare tanto tempo fuori casa e non poter decidere quando tornare non è facile soprattutto quando si hanno dei periodi difficoltosi, come può capitare. Nei momenti in cui sono più nostalgica trovo conforto nei miei camerati che considero fratelli e sorelle, con cui vivo a stretto contatto tutti i giorni e con
cui ho condiviso tante esperienze.
7. Qual è stato il momento più emozionante vissuto fino ad ora?
Il momento più emozionante è stato quando mi sono resa conto di avercela fatta e di essere entrata alla Scuola sottufficiali. L’ho realizzato nel
momento in cui il maresciallo ordinario mi ha messo il grado sul petto, per me in quel momento l’uniforme che indossavo aveva iniziato ufficialmente ad appartenermi, quella sarebbe stata la mia nuova vita e la svolta che avevo desiderato.
8. Se dovessi convincere un giovane a intraprendere questo percorso cosa gli diresti?
Gli parlerei dell’orgoglio che si prova a portare l’uniforme, che rappresenta il nostro essere soldato. Con suo il tricolore, il grado, i distintivi, racchiude tutti i valori che ci vengono insegnati e i sacrifici che siamo portati a compiere. Gli parlerei del giuramento, che sigilla la promessa di difendere la nostra Patria. Un impegno onorevole che lega indissolubilmente la tua vita a tutta la comunità, che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande.
Sono l’allievo maresciallo Diego Brandolini, nato il 12 settembre 2005 a San Gavino Monreale, ho 19 anni e sono cresciuto a Gonnosfanadiga, un paese di circa 7.000 abitanti nella provincia del Sud Sardegna. Mio padre Fabio presta servizio nella Brigata Sassari presso il 5° Reggimento Genio Guastatori, mia madre Marianna insegna nella scuola dell’infanzia del mio paese e ho una sorella di 22 anni. Mi sono diplomato in Meccatronica presso l’istituto Bonarotti di Guspini. Il mio hobby principale è la palestra, per questo qualche anno fa ho deciso di conseguire il corso di istruttore di 1° livello di Body Building e fitness.
1. Come si entra a far parte della Scuola Sottufficiali dell’Esercito? Quali difficoltà hai avuto durante il concorso e come le hai superate?
Alla Scuola Sottufficiali si accede tramite concorso pubblico, dopo aver superato prove fisiche, di cultura generale e di lingua inglese oltre ad avere l’idoneità psicoattitudinale e fisica. Il concorso è molto selettivo, personalmente posso affermare che sono riuscito a superare le fasi concorsuali grazie alla determinazione e motivazione per indossare l’uniforme che tanto agognavo.
2. Quali sono le qualità fondamentali per affrontare al meglio la vita all’interno della Scuola Sottufficiali dell’Esercito?
La vita all’interno della Scuola Sottufficiali è molto dinamica, per affrontarla al meglio è necessario avere qualità fisiche e morali oltre a tanta grinta e determinazione. L’insegnamento più grande che la Scuola riesce a trasmetterti è lo “spirito di corpo” cioè la capacità di condividere con i propri colleghi i momenti belli che quelli più impegnativi, che fa diventare la difficoltà del singolo, un problema di tutti, collaborando per la risoluzione.
3. Quale è stato il momento più difficile del tuo percorso fino ad ora e come lo hai superato?
Provenendo dalla vita civile posso affermare che il momento più difficile è stato l’ambientamento iniziale alla vita i primi mesi di corso. Oltre alla lontananza da casa mi dovevo rapportare con dei colleghi che avevano alle spalle tanti mesi, in alcuni casi anche anni, di servizio, perciò con un bagaglio di esperienze ben consolidato. L’impatto iniziale è stato duro ma la mia motivazione e determinazione mi hanno dato la forza per superare questo percorso iniziale nel migliore dei modi.
4. Come ti ha cambiato questa esperienza?
L’esperienza all’interno della Scuola Sottufficiali dell’Esercito fino ad ora è stata la più entusiasmante della mia vita, mi ha fatto comprendere che non dobbiamo dare niente per scontato, che per raggiungere grandi obiettivi dobbiamo lavorare e impegnarci ogni giorno, curando il particolare in tutto quello che facciamo.
5. Quale è il percorso di formazione all’interno della scuola? Quale attività scolastica/sportiva/addestrativa ti appassiona di più e perché?
Il percorso formativo all’interno della scuola è finalizzato al raggiungimento di abilità e competenze sia in ambito militare, fisico ma anche universitario. Personalmente mi appassionano tutte le attività, in particolare prediligo le attività addestrative esterne e le attività fisiche che mi danno la possibilità di avere un immediato riscontro dei risultati incrementali ottenuti.
6. Come gestisci la lontananza da casa e il distacco dalla tua famiglia e dagli amici?
Sicuramente la lontananza da casa e il distacco dalla famiglia e dagli amici inizialmente è stato molto impattante, ma ormai sono ben integrato con i colleghi di corso, che prima di tutto sono amici. Anche questo fa parte della vita che ho scelto.
7. Qual è stato il momento più emozionante vissuto fino ad ora?
Il momento più emozionante che ho vissuto alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito è stato quando ho indossato per la prima volta l’uniforme. Quel gesto ha rappresentato un passo significativo, rendendomi pienamente consapevole della responsabilità e dell’onore che comporta appartenere a questa Istituzione. È stato un momento di grande orgoglio, un’emozione unica che non dimenticherò mai.
8. Se dovessi convincere un giovane a intraprendere questo percorso cosa gli diresti?
Se dovessi spronare un giovane a intraprendere questo percorso, gli consiglierei di iniziare ad allenarsi, perché una buona condizione fisica è fondamentale per affrontare le sfide iniziali. Inoltre, gli direi che questo non è semplicemente un lavoro, ma una vera e propria scelta di vita, un cammino che, pur essendo ricco di sacrifici, sa regalare anche immense soddisfazioni. Gli direi che per indossare un’uniforme come la nostra è necessario credere in valori che per noi sono imprescindibili.