Il 31 ottobre la scuola si ferma. Lo sciopero indetto dalla FLC CGIL per l’intera giornata di giovedì in Sardegna si svolgerà con presidi territoriali.
Noi abbiamo scelto di far partire la nostra protesta dal piccolo comune di Villanovafranca: nella bassa Marmilla.
I comuni di questo territorio hanno, infatti, visto dimezzata la propria popolazione in questi ultimi dieci anni. Il calo delle nascite è nell’Isola più significativo che nel resto d’Italia, già caratterizzata dal cosiddetto “inverno demografico”, con un tasso di natalità di 4,6 nati vivi ogni mille abitanti, a fronte dei 6,4 della media nazionale.
Nel 2023 in Sardegna sono nati 7231 bambini segnando l’ennesimo record negativo.
E nella bassa Marmilla? I nati sono stati 62.
Sembrano pochi? Potrebbero sembrare pochi ma le proiezioni ci dicono che la Sardegna, tra il 2022 e il 2080, perderà il 51% della popolazione di età inferiore ai quattordici anni, contro il – 19,5% del Centro – Nord e, nello stesso periodo, i residenti passeranno dall’attuale milione e mezzo a ottocentocinquantaduemila.
I comuni della bassa Marmilla sono 17 e 16 fanno parte di un unico istituto comprensivo, il più vasto d’Italia, quello di Villamar, costituitosi a causa del dimensionamento scolastico 2015/16.
Questa è stata la scelta di razionalizzazione e risparmio per questo territorio. La scuola è per tutti, a parole, una risorsa indispensabile ma nei fatti, continua a essere considerata solo come settore su cui realizzare risparmi anziché i necessari investimenti. Questo trend non si è interrotto neanche l’anno passato visto che il territorio della Sardegna Sud Occidentale è stato falcidiato dal dimensionamento scolastico con la perdita di una scuola su quattro.
Proprio per questo motivo, da un piccolo comune di un istituto così complesso, partono le rivendicazioni della nostra giornata di sciopero.
Questo piccolo comune rappresenta tutte le complessità, le difficoltà e le speranze dell’intero territorio della Sardegna Sud Occidentale che comprende il Medio Campidano e il Sulcis Iglesiente.
Da un territorio che cerca di sopravvivere alla chiusura dei plessi scolastici parte la nostra protesta, legata alle richieste di valorizzazione del lavoro di docenti e ATA, sia dal punto di vista salariale e sia per dire basta al precariato.
Da un territorio che vede ridurre il tempo scuola per mancanza di collaboratori scolastici, che vede gran parte del personale scolastico in servizio precario e nel quale è sempre più difficile assicurare l’inserimento di bambine e bambini con disabilità a causa dei ritardi delle commissioni mediche sulle certificazioni.
Ma saper coniugare i diritti nei luoghi di lavoro con i diritti di cittadinanza, e il diritto allo studio è uno di questi, rappresenta l’essenza della CGIL.
Per questo noi scioperiamo a Villanovafranca, Sud Sardegna, 1.155 abitanti, 53 bambine e bambini.
Silvia Messori
Segretaria Generale
FLC CGIL Sardegna Sud Occidentale