Si è svolta oggi a Cagliari, nei locali del Caesar’s Hotel, l’assemblea della Cia regionale Sardegna. Nel corso dell’assemblea è stata fatta un’approfondita analisi dello stato dell’agricoltura sarda, esaminando anche le prospettive di fronte ai nuovi scenari evolutivi quali tensioni geopolitiche, guerre commerciali, cambiamenti climatici.
I lavori sono stati aperti dalla relazione di Cia Sardegna sul comparto agricolo sardo, illustrata dal direttore regionale, Alessandro Vacca, cui è seguito l’intervento di Denis Pantini, responsabile per il settore agroalimentare di Nomisma (una delle più autorevoli società nazionali che si occupa di studi settoriali e territoriali, ricerche economiche e di mercato), che ha illustrato la relazione “L’agroalimentare sardo di fronte ai nuovi scenari evolutivi”.
All’incontro hanno partecipato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, e il presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani, Cristiano Fini.
Il documento illustrato nel corso dell’Assemblea regionale della Cia Sardegna dal direttore regionale, Alessandro Vacca, fornisce una panoramica dettagliata sulla situazione attuale del settore agricolo in Sardegna, evidenziando le difficoltà economiche e sociali che affliggono il comparto. Viene sottolineata la necessità di politiche agricole straordinarie per affrontare le crisi e promuovere uno sviluppo sostenibile.
Di seguito i punti principali toccati nel documento.
Situazione attuale del settore agricolo: Il comparto primario sardo è in crisi, con un calo dei redditi e un aumento dei costi di produzione che colpiscono gravemente gli agricoltori.
La crisi è aggravata dall’insularità della Sardegna, da eventi climatici estremi e da ristori che non ripagano i danni subiti e che diventano sempre più un miraggio.
Necessità di dati e analisi: Si evidenzia l’importanza di avere dati oggettivi e analisi per sostenere le istanze del settore, con l’invito esteso a tutti di contribuire all’indagine partendo dalle considerazioni illustrate nel corso dell’Assemblea da Denis Pantini di NOMISMA, una delle più autorevoli società italiane che si occupa di studi settoriali e territoriali, ricerche economiche e di mercato, che partecipa ai lavori in videoconferenza.
Impatto della crisi economica: La crisi economica generale influisce negativamente sulle imprese agricole, con una perdita di reddito e una crescente difficoltà a far fronte ai costi di produzione. Le materie prime come concimi, sementi, gasolio, energia elettrica, hanno raggiunto prezzi ormai insostenibili rendendo impossibile far fronte ai costi di produzione, con il rischio sempre più concreto di abbandoni e chiusure delle attività.
La questione dazi rende ancora più incerto e disastroso il futuro, e le decisioni di ieri del presidente statunitense, Trump, lo confermano. Circa il 50% dei prodotti agroalimentari isolani esportati finisce verso il mercato americano, pensiamo ai formaggi ma anche ai vini (con oltre il 30% dell’export del settore). Chiediamo fermamente alle istituzioni, a tutti i livelli, di avviare nell’immediato gli interventi e le azioni che ne contrastino gli effetti negativi.
Crisi del settore cerealicolo: La guerra in Ucraina ha messo in luce le debolezze del settore cerealicolo, con la necessità di rilanciare le produzioni locali e garantire prezzi sostenibili. La Sardegna può dare un utile contributo a condizione che sia garantita continuità produttiva al settore con politiche di sostegno, in deroga anche alla disciplina ordinaria sugli aiuti di stato, che rendano remunerative per le aziende le produzioni.
Problemi idrici e cambiamenti climatici: Si sottolinea l’urgenza di politiche per garantire risorse idriche, evidenziando la siccità e la necessità di un piano idrico regionale. Non è accettabile porre ai produttori il dilemma di quali attività debbano essere sacrificate all’interno dell’azienda per l’assenza della risorsa idrica necessaria, così come sta, per esempio, accadendo nella Nurra, oltre che in altre zone.
Settore ovi-caprino e caseario: È necessaria una ristrutturazione del settore lattiero-caseario, con un focus sulla diversificazione dei mercati e la definizione di regole di filiera per garantire prezzi equi. Allo stesso tempo è indispensabile una maggiore differenziazione dei mercati di destinazione, al fine di limitare i rischi determinati dai dazi e dalle fluttuazioni dell’export. Non è da sottovalutare il problema blue tongue: il piano di vaccinazione deve procedere con speditezza e deve essere completato, sia nei tempi che nelle modalità, prima dell’impatto dei periodi di contagio, onde evitare le drammatiche vicissitudini vissute anche nell’ultimo periodo negli allevamenti sardi.
Settore ortofrutticolo: Il settore è colpito da crisi di mercato e dalla pressione dei prodotti esteri; richiede un rafforzamento delle filiere attraverso le organizzazioni di produttori, una più marcata presenza nel Mercato nazionale e internazionale, una maggior tutela contro il rischio fitosanitario.
Politiche agricole e Pnrr: Si richiede una riforma della Politica Agricola Comune e un impegno concreto per garantire risorse adeguate e sostenere lo sviluppo dell’agricoltura sarda.
Pagamenti dei premi comunitari: Migliaia di imprese agricole sarde continuano e rimanere senza le risorse spettanti a causa dei problemi irrisolti nei pagamenti dei fondi agricoli europei, dalla Domanda Unica alle risorse dello sviluppo rurale e del caos creato nel software del SIAN con l’introduzione della Carta nazionale dei suoli (CNDS).
I problemi esistenti nel software del SIAN con l’introduzione della Carta Nazionale Dei Suoli (terreni a pascolo tutti catalogati come “boschi” e quindi ineleggibili ai fini dei premi comunitari), se non risolti, oltre che causare il mancato pagamento dei premi spettanti agli agricoltori e allevatori sardi per il 2024, mettono a rischio anche le risorse relative agli anni successivi, a partire dal 2025, per le quali la scadenza delle domande è prevista per il 15 maggio.