«Scendiamo nuovamente in campo accompagnati dai nostri consigli comunali. Portiamo con noi i gonfaloni, simboli delle comunità che rappresentiamo. Scendiamo in campo, uniti, a nome di tutti i cittadini, per dire con forza al governo regionale, ai rappresentanti politici dell’Oristanese, ai manager della sanità che il tempo dei buoni propositi ormai è scaduto. Vogliamo risposte, azioni e gesti concreti. Ci riserviamo, nel caso non arrivino le risposte richieste, di attuare continuativamente altre forma di protesta incisive fino ad ottenere i risultati attesi dai cittadini della Provincia di Oristano.»
Lo dichiarano gli oltre cinquanta sindaci della provincia di Oristano che hanno manifestato lungo la strada statale 131 in difesa del sistema sanitario territoriale. La Carlo Felice per un quarto d’ora è stata chiusa e il traffico è stato deviato sulla complanare. Il corteo degli amministratori comunali ha potuto sfilare e rendere pubblico un documento molto duro che denuncia lo stato di crisi della sanità oristanese.
Questa è solo l’ultimo della serie di appelli dei primi cittadini: nei mesi scorsi più volte i rappresentanti delle istituzioni comunali hanno manifestato a Cagliari, davanti e dentro al Palazzo del Consiglio regionale, ad Oristano davanti alla Assò e in piazza Roma, a Solarussa e a più riprese in riunioni, assemblee, incontri, comunicati e conferenze stampa.
«È tempo di risposte concrete, di invertire una direzione che senza mezzi termini sta condannando i cittadini dell’intera provincia oristanese ad una grave e progressiva diminuzione dei servizi sanitari ospedalieri e della medicina, della quale non si vede soluzione – concludono i primi cittadini -. Abbiamo chiesto, più volte, che l’attenzione del mondo politico regionale e dei responsabili regionali e locali delle istituzioni sanitarie si concentrassero in maniera decisa sulle condizioni di un sistema che dovrebbe garantire alla popolazione prestazioni sanitarie accessibili minime.»
Antonio Caria



