«Ancora una volta i pazienti stomizzati vengono fortemente penalizzati. La sanità sarda fa un salto indietro di dieci anni.»
Lo scrive, in una nota, Lorena Porceddu, presidente dell’associazione A.I. STOM Sardegna che lo scorso 25 marzo 2021, presso gli uffici dell’A.T.S. Sardegna, ha partecipato alla consultazione preliminare riguardante la gara sui presidi per gli stomizzati, precisando, col parere favorevole della commissione tecnica, la necessità ed il diritto di continuare a mantenere il doppio canale distributivo: distribuzione domiciliare e ritiro presso i servizi farmaceutici A.T.S. tenendo conto del fatto che allo stato attuale circa il 90% dei pazienti stomizzati ha scelto e riceve i presidi a domicilio.
«In data 7 aprile – scrive in una nota Lorena Porceddu – si è tenuta una riunione tra i componenti del gruppo tecnico di progettazione unitamente al RUP per approfondire vari punti della riunione del 25 marzo, dove si è parlato in particolar modo della proposta del doppio canale distributivo. Il gruppo tecnico di progettazione, come si legge nel verbale, a seguito di una lunga riflessione e analisi interna, conferma la distribuzione dei dispositivi a domicilio quale unica modalità di consegna. Un altro incontro volutosi dall’assessorato alla sanità regionale in data 7 maggio presso i loro uffici ha cambiato ancora una volta modalità di distribuzione senza tener conto del lavoro svolto brillantemente dalla commissione tecnica che vi era presente (dove hanno strutturato una gara fino ad allora invidiata da tutte le altre regioni d’Italia) e senza tener conto delle richieste del presidente dell’associazione A.I.STOM SARDEGNA in cui si precisava di considerare la necessità del paziente stomizzato al doppio canale di distribuzione, tra cui domiciliare.»
«I pazienti si interrogano sulla motivazione di questa decisione univoca che va contro il rispetto della libera scelta degli stomizzati, contro il lavoro di una commissione tecnica brillante e contro i diritti della persona – conclude Lorena Porceddu -. Analizzando le varie problematiche che il paziente vive quotidianamente a seguito della propria patologia, la distribuzione volutasi dall’assessore alla sanità, non rispetta i diritti del paziente e potrebbe richiedere ulteriori trafile burocratiche e attese snervanti per il ritiro del presidio richiesto e scelto in base alle proprie esigenze.»