Gli studenti delle professioni sanitarie di Sassari scenderanno in piazza martedì 16 marzo. L’appuntamento è fissato alle ore 9.30, in Piazza Fiume. Ci saranno tutti: studenti delle professioni di infermieristica, ostetricia, medicina e tutte le altre professioni sanitarie, appoggiati dalla sigla sindacale del NurSind, segreteria di Sassari e di Cagliari. Il sindacato ha deciso di sostenere gli studenti in questa manifestazione dopo aver aver discusso a lungo l’argomento in una riunione che si è tenuta tra i rappresentanti degli studenti e la sigla sindacale, nei giorni scorsi.
«Abbiamo subìto una grave discriminazione – hanno detto studenti e rappresentanti sindacali, Fausta Pileri in prima linea, come segretaria del NurSind Sassari, e vicecoordinatrice regionale – esiste una scala di priorità per vaccinare le persone, e agli studenti che turnano regolarmente in ospedale è stato negato il vaccino contro il virus Covid -19. Siamo tra le categorie più esposte e questo crea un rischio concreto e un grave danno alle nostre persone come ai pazienti. Inoltre, in queste settimane, sono stati vaccinati gli specializzandi di medicina e i lavoratori delle ditte esterne, e ogni dipendente dagli amministrativi fino ai bibliotecari attualmente al lavoro da casa, mentre per queste categorie di studenti, non c’è stata la medesima accortezza. Ma se un fatto così grave accade, ci saranno motivi e responsabilità? Forse non si è fatto abbastanza nonostante tutte le richieste formali, inoltrate all’assessorato regionale della Sanità e allo stesso Spresal?»
La manifestazione. Sindacato e studenti raccontano che mentre le Aziende ospedaliere e l’Università continuano a indicare questa come una decisione della Regione, nulla è stato risolto.
«La manifestazione ha lo scopo non solo di protestare per una grave ingiustizia e discriminazione, ma anche per sensibilizzare tutta la popolazione sul tema: siamo tutti persone, e tutti potenziali pazienti. Inoltre, è necessario individuare le responsabilità di chi ha preso questa decisione, che noi tutti consideriamo scellerata, e pretendiamo che dirigenza ospedaliera e Università intervengano sull’accaduto. Ripetiamo che i vaccini vanno somministrati rispettando una scala di priorità, ed è giusto dare la precedenza ai sanitari che si occupano di assistenza alla persona e al paziente. Chiediamo che questo diventi un obiettivo dell’Azienda e dell’Università: avere risposte rapide e certe dalla Regione. La nostra manifestazione non è una polemica sterile, ma la rappresentazione di una seria preoccupazione per la situazione che si potrebbe venire a creare, con l’elevato e reale rischio di contagio, come già accaduto in passato, poiché probabilmente chi dirige non conosce la reale composizione dell’equipe assistenziale, composta anche dagli studenti.»