Perché i tempi per ottenere i risultati dei tamponi sono così lunghi? Il caso di una famiglia cagliaritana, segnalatoci questo pomeriggio da una lettrice con una lettera firmata.
Il testo integrale.
«Mia nipote venerdì 4 settembre ha chiamato la pediatra perché il suo bambino di un anno e mezzo (da tre giorni frequentava l’asilo nido privato) aveva qualche linea di febbre, tosse e raffreddore. La dottoressa ha fatto presente che avrebbe fatto subito la segnalazione all’ATS.
Lunedì mattina, 7 settembre, è stata contattata dall’ATS e, telefonicamente, le hanno fatto presente che sia il piccolo che i loro genitori erano in quarantena e che l’indomani sarebbero andati al loro domicilio per fare il tampone, cosa che è regolarmente avvenuta. Hanno anche detto che il risultato lo avrebbero avuto al massimo entro 72 ore.
Ad oggi, lunedì 14 settembre, nessuno si è premurato di controllare il loro stato di salute e, nonostante ripetute sollecitazioni e richieste al servizio, l’unico risultato è stato un…abbiate pazienza.
Passati 3 giorni, Il piccolo stava e sta benissimo ma “sequestrato” in casa, così come i suoi genitori, entrambi lavoratori. Il timore fondato, è che ogni due per tre possa riprendersi il raffreddore, allora ogni volta ricomincia la tiritera?
Intorno alla famigliola c’è un parentado di 2 bisnonne, 4 nonni, e zii vari. Ora, all’apparenza, stiamo tutti bene ma l’ansia di un eventuale contagio è grande. So bene che questo non è l’unico caso, allora per assurdo, in particolare con l’apertura delle scuole, quante famiglie si troveranno nella stessa situazione? E’ questo il modo in cui la Regione Sardegna intende tutelare i propri cittadini, sequestrandoli nelle loro case? Invece di tanti proclami, non sarebbe meglio dare risultati in tempi brevissimi (magari con assunzioni temporanee e lavoro straordinario-sabato e domenica inclusi)?»
Cagliari, 14 settembre 2020
Lettera firmata M.L.F.