«La trasformazione demografica in Sardegna connessa all’accelerazione dell’invecchiamento della popolazione, ai dati sulla progressiva crescita delle malattie croniche semplici e quelle complesse ed avanzate, sulla non autosufficienza, sulla povertà, sul disagio sociale, richiede il proseguo del confronto che porti a risultati tangibili recuperando, nel breve e medio termine, innovazione ed inclusione, valori fondamentali del nostro “sistema sociosanitario”.»
Lo sostiene la Uil Pensionati della Sardegna, che ripropone con forza alla Giunta regionale guidata dalla presidente Alessandra Todde la questione della situazione della popolazione anziana.
«Nell’incontro del 21 u.s. con la Giunta si sono affrontati alcuni temi “definiti essenziali” ma altri sono stati trascurati – evidenzia il segretario generale della UilP Rinaldo Mereu -. La Uilpensionati chiede l’apertura di un tavolo ad hoc per le tematiche della popolazione anziana.»
Per la UILP è necessario accelerare sulla sanità territoriale e sui progetti di presa in carico dei pazienti anziani e definire un progetto innovativo di assistenza domiciliare per la terza età.
«Si tratta, nello spirito del modello di buone pratiche, di proseguire il confronto per definire alcune azioni che, nel sostenere la transizione strategicamente definita, evidenzino concretamente, già da subito, la percezione del miglioramento dell’integrazione tra ospedale (che ha bisogno di una sempre maggiore specializzazione) e il territorio (che ha bisogno di offrire migliore prossimità) – spiega Rinaldo Mereu -. È fondamentale proseguire il cammino di integrazione e non si può attendere il giugno 2026 (data fissata dal PNRR) per vedere miglioramenti.»
Secondo il sindacato dei pensionati sardi un banco di prova per la nuova Giunta è l’opportunità della «realizzazione di una funzionale rete territoriale delle Casa di Comunità, che rappresenta un punto fondamentale della possibile azione riformatrice della Regione (unitamente alla strutturazione degli Ospedali di Comunità, dell’integrazione socio-sanitaria, al nuovo ruolo dei consultori, alla prossimità della cura e domiciliarità così come definito dal PNRR e DM77/22)».
«Il territorio, inteso come ambito sanitario e sociosanitario, è il centro dove sviluppare i maggiori impegni organizzativi ed innovativi finalizzati ad ottenere tangibili ricadute positive anche sulla rete ospedaliera e sulla cura del paziente – aggiunge Rinaldo Mereu -. Bisogna garantire una opportuna rete territoriale dove si applichino modelli organizzativi e funzionali, a partire dal rapporto con l’istituzione delle COT (Centrali Operative Territoriali) e degli ospedali di comunità superando eventuali criticità come il tema delle prenotazioni e delle visite specialistiche.»
Secondo la UILP, in ambito territoriale serve un modello di presa in carico del paziente svincolato da eccessi burocratici da realizzare con «una radicale azione di snellimento e semplificazione delle procedure, liberando il sistema da eventuali duplicazioni di certificati e moduli per l’accesso ai servizi sanitari e sociosanitarie dall’indeterminatezza dei ruoli, definendo con precisione le responsabilità necessarie, definendo con precisione le responsabilità necessarie, in modo da garantire maggiore appropriatezza e una riduzione dei tempi delle liste d’attesa anche nel rapporto con gli specialisti».
«Sfruttiamo al meglio l digitale e la tecnologia per facilitare la vita alle persone nel rapporto con le ASL, medici, ospedali, servizi sanitari e assistenzial», spiega Rinaldo Mereu, auspicando una puntuale strategia di prevenzione per la popolazione (in primo luogo quella anziana) volta a ridurre tempo della non autosufficienza rispetto al tempo di vita e un progetto innovativo di assistenza domiciliare per la Terza età.
«Occorre dare certezza a tutte/i i sardi dell’assistenza del medico di base e del pediatra di libera scelta ed in ambito socioassistenziale, a partire dalle strutture di RSA, deve essere favorito il ruolo del pubblico nella gestione delle cure intermedie e nel monitoraggio sui pazienti. È il momento di accorciare il passaggio dal dire al fare. Questo si può fare con una migliore organizzazione, con un significativo snellimento della burocrazia e con molta più tecnologia. Il sistema della sanità sarda basato prevalentemente sugli ospedali non può reggere la presenza di così tanti anziani (in Sardegna nel 2023 l’indice di vecchiaia è di 252,8 anziani ogni 100 giovani). Non è pensabile non avere un’adeguata assistenza sanitaria sul territorio con accanto un nuovo modello di welfare. Anche il Sociale deve essere un’area strategica per la Regione», conclude Rinaldo Mereu.