L’artivista Rosalba Castelli percorrerà il Cammino Minerario di Santa Barbara e il Cammino 100 Torri lasciando lungo il percorso nastri che ricordano 170 donne uccise. La sensibilizzazione sulla violenza di genere diventa strumento per incontrare e unire le comunità e per tenere alta l’attenzione sul tema.
“Orme d’ombra” è quasi pronto a partire, dando così il via a un lungo percorso di attivazione e sensibilizzazione sulla violenza di genere.
Il progetto nasce da un’idea di Rosalba Castelli, “artivista” e camminatrice torinese, che attraverso l’associazione Artemixia e il progetto artistico e sociale Rosso Indelebile da anni si adopera per portare avanti iniziative legate al tema del contrasto alla discriminazione e alla violenza nei confronti delle donne e delle persone LGBTQIPA+.
Con questo nuovo progetto Rosalba Castelli non si limita a usare il cammino come strumento di sensibilizzazione, ma lega al percorso di trekking una serie di esperienze. Lungo le torri del martirio del “Cammino minerario di Santa Barbara”, santa protettrice dei minatori martire e vittima di femminicidio, per poi completare il “Cammino 100 torri”, celebre per seguire tutto il perimetro della Sardegna e per unire, con le sue tappe, le torri che costellano la Regione, si snoderà il “cammino artistico” tra 105 torri, 170 vite e 100 Comuni. Una scelta peraltro non casuale, quella della Sardegna, ma pensata non solo per la sua bellezza naturalistica e artistico-culturale, quanto per il suo legame con l’intellettuale “maestra di vita e di morte”, Michela Murgia, nell’ottica di un movimento che non si deve spegnere finché la mattanza continua. A partire dal 23 agosto, e fino a fine novembre, Rosalba Castelli affronterà il trekking sviluppando il percorso con delle tappe specifiche e particolari, legate proprio alla storia delle vittime di violenza. Le 100 vite che danno il nome all’attività sono state l’ispirazione e il motore propulsivo per dare vita, letteralmente come contrappunto alla morte violenta, a un progetto capace di snodarsi su più Regioni, dal Piemonte alla Sardegna, e di coinvolgere enti e realtà di un territorio vasto. Le 170 vite che verranno ricordate lungo lo snodarsi dei chilometri saranno rappresentate con i loro nomi e cognomi ricamati su nastri rossi e bianchi, nastri appositamente realizzati nella sezione femminile della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino. Dalle donne recluse alle donne uccise da uomini violenti e narcisisti, così quel filo rosso simboleggia un’unione di vite e verrà portato lungo tutto il percorso.
Il Cammino di Orme d’ombra non si limiterà però a unire l’aspetto itinerante con la deposizione dei nastri, ma nelle sue tappe promuoverà attivamente momenti di confronto e di riflessione con incontri con le comunità locali, performance, attivazione e animazione territoriale, in un osmotico scambio di conoscenze, opinioni, buone prassi e idee. Con l’inizio dell’autunno, inoltre, gli incontri potranno coinvolgere anche le scuole e le/i docenti.
Dietro i nastri che rappresentano vite spezzate, persone strappate ai loro cari e ai loro sogni, si coinvolgono così intere comunità che, con le parole e con il cammino, potranno mantenerle vive nei gesti e nelle parole: famiglie, enti e amministrazioni locali, associazioni, insegnanti, studenti e studentesse, ma soprattutto la cittadinanza, che si fa cittadinanza attiva e portavoce, così “Orme d’ombra” crea un ponte tra il buio della violenza e la luce del ricordo.
A novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il cammino terminerà con il rientro a Torino e sarà il momento di raccogliere i primi frutti, che diventeranno poi, nei primi mesi del 2026, una nuova installazione permanente proprio in Sardegna.
Il progetto si avvale di numerosi e prestigiosi patrocini, di partnership e collaborazioni che coinvolgono enti e associazioni sia piemontesi, sia sardi.




















