Un silenzio carico d’attesa ha accolto, al Su Tzirculu di via Molise, l’anteprima stampa de “L’ultima nota”, il nuovo cortometraggio firmato dai fratelli Roberto e Francesco Pili. Un’opera breve, appena tre minuti, ma densa, viscerale, vibrante. Girato interamente nei vicoli del quartiere di Castello, cuore antico e struggente di Cagliari, “L’ultima nota” è un inno malinconico al punk, alla memoria e all’inevitabilità del destino. Protagonista assoluto è Ciro “Cyrus” Iaia, icona dell’underground isolano e voce storica dei Wicked Apricots e dei Cyrus Gang, già al centro del documentario “Wicked Style” diretto dallo stesso Roberto Pili.
Accanto a Iaia, il cast vede la partecipazione dell’attrice di teatro Virginia Chessa, figlia d’arte di Paolo Chessa, storico attore della compagnia del Vicoletto di Angelo Podda; Gisella Trincas, presidente dell’A.S.A.R.P. e attivista per la salute mentale; e Cristina Argiolas.
«Mi è piaciuto interpretare me stesso in un mix di 50% realtà e 50% finzione – ha raccontato Ciro Iaia subito dopo la proiezione -. Suscitare ilarità è relativamente semplice, ma toccare corde profonde è una sfida. Questa storia, se letta tra le righe, può davvero lasciare il segno.»
Con la sua presenza magnetica e malinconica, Iaia si fa tramite di un racconto dove ogni nota musicale è un frammento di vita, e ogni sguardo sembra dire addio a qualcosa. Accanto a lui, un cast tanto eterogeneo quanto efficace. Spicca la presenza di Gisella Trincas. «Interpretare una presenza oscura è stato inquietante – ha dichiarato -. Non avevo idea di cosa aspettarmi, ma le emozioni durante le riprese sono state travolgenti, soprattutto nelle battute finali».
Virginia Chessa, al suo debutto cinematografico, porta con sé l’eredità familiare del teatro cagliaritano.
«Venendo da una tradizione comica o storica, trovarmi a vestire i panni di un personaggio tormentato è stata una sfida nuova. Ma girare nel mio quartiere, Castello, ha reso tutto più autentico, più mio. È un luogo che porto nel cuore».
La regia, asciutta e potente, è firmata da Roberto Pili, che ha curato anche la sceneggiatura e la fotografia.




















