«La giornata di oggi rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso verso il riconoscimento della dimensione insulare nelle politiche e nella legislazione dell’Unione europea. Un risultato importante che riporta equilibrio, traccia un percorso di riforma delle politiche europee e restituisce dignità a oltre 20 milioni di cittadini europei distribuiti su circa 2.400 isole appartenenti a 13 Stati membri. Con l’approvazione della risoluzione Omarjee da parte del Parlamento europeo si dà finalmente attenzione ai territori periferici, considerandoli non più appendice dell’Unione ma parte integrante dell’Ue.»
Così il presidente della Regione Christian Solinas, membro del Comitato delle Regioni, accoglie con estremo favore il via libera di Strasburgo a una risoluzione che, spiega, «recepisce il lavoro portato avanti dalla Regione Sardegna in Europa, che tanto e in ogni modo si è spesa in favore della specificità territoriale insulare nelle politiche europee e nel richiedere un approccio territoriale nella formulazione delle politiche e della legislazione della UE». «È anche grazie al contributo della Sardegna – prosegue il presidente Christian Solinas – che oggi il Parlamento europeo riconosce la condizione insulare come uno svantaggio strutturale permanente individuando la necessità di elaborare strategie complementari che consentano alle isole di affrontare le sfide e superare gli ostacoli che la loro propria natura insulare comporta. Oggi abbiamo portato all’attenzione dell’Eurocamera un Patto per le isole europee che porti a un programma specifico e fondi aggiuntivi, ma anche a un 2024 che sia Anno europeo delle isole.»
«Le isole, Sardegna compresa, spesso presentano svantaggi naturali molteplici e permanenti, quali dimensioni ridotte, in gran parte bassa densità di popolazione, sfide demografiche quali una pressione demografica stagionale, volume ristretto dei mercati, doppia insularità (isole e arcipelaghi), topografia difficile molto simile alle regioni montane, dipendenza dal trasporto marittimo e aereo o da un numero esiguo di produzioni. Tutti fattori che ostacolano lo sviluppo e che la Sardegna paga in termini di spopolamento, isolamento dei territori, mancato sviluppo e scarsa competitività.»
«È una battaglia che ci vede coinvolti tutti – aggiunge il presidente della Regione – e che come Presidente di una grande Regione insulare ho posto al centro del programma di governo, sia sul fronte interno italiano, mediante il riconoscimento del principio di insularità nella Costituzione della Repubblica, sia in sede europea, chiedendo la piena attuazione delle disposizioni del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea e una strategia specifica che permetta di modulare le politiche della UE alle sfide dei nostri territori. Voglio sottolineare che nel chiedere un’attenzione specifica per le isole non chiediamo situazioni di privilegio, ma al contrario condizioni di uguaglianza. Una legislazione europea applicata in maniera omogenea a contesti territoriali estremamente differenti (e mi riferisco in particolar modo alla disciplina sugli aiuti di Stato) configura una lesione dei principi di uguaglianza sostanziale che non attenua, ma anzi accresce i divari di sviluppo tra territori. Nella giornata di oggi – evidenzia il presidente Christian Solinas – indichiamo quindi una direzione diversa: quella del superamento dei divari di natura economica, sociale e territoriale tra regioni e cittadini, come richiede il Trattato, a favore di una maggiore integrazione europea.»
La Regione si è impegnata con un intenso lavoro preparatorio che ha portato alla predisposizione della ‘mozione Omarjee’ che con estrema dovizia di dettagli e analisi degli scenario attuali e futuri prende in considerazione alcuni tra i fattori ritenuti maggiormente incisivi nel mancato sviluppo delle isole, come i cambiamenti climatici a cui le isole sono più esposte, l’accesso all’acqua e ai servizi pubblici, l’incidenza di comparti ancora da modernizzare come quello agricolo e da migliorare con politiche ad hoc come quello del turismo.