Scoprire e conoscere una porzione di territorio, unico e particolarissimo nel suo genere, con sguardo attento (e guidato) alle sue peculiarità botaniche è l’obiettivo dell’iniziativa che si terrà domani ad Alghero, a partire dalle 10.00 nel parcheggio retrostante la spiaggia del Lazzaretto, nell’area di proprietà della famiglia Abbado e grazie alla volontà di Legambiente, che della stessa area ha ricevuto la gestione in comodato d’uso gratuito, in collaborazione con la Società Botanica Italiana.
Dopo una breve introduzione dei rappresentanti dei circoli Legambiente di Alghero e Sassari, sono previsti gli interventi dei botanici dell’Università degli Studi di Sassari, con i quali si potranno approfondire sul campo i temi legati alla presenza e crescita di flora e vegetazione degli ambienti rocciosi e sabbiosi costieri.
«Questa iniziativa rappresenta un modello innovativo di gestione e valorizzazione delle risorse naturali dei nostri territori – sottolineano gli organizzatori di Legambiente -. In un contesto come quello creato infatti, la proprietà privata si avvale della collaborazione sinergica di Associazioni ambientaliste e società scientifiche per promuovere la tutela e la conoscenza del patrimonio botanico autoctono. Modello la cui applicazione è replicabile. Idea diventata concreta realtà pronta a dare i suoi frutti tangibili. E, ovviamente, sostenibili.»
Dopo una breve introduzione dei rappresentanti dei circoli Legambiente di Alghero e Sassari, sono previsti gli interventi dei botanici dell’Università degli Studi di Sassari, con i quali si potranno approfondire sul campo i temi legati alla presenza e crescita di flora e vegetazione degli ambienti rocciosi e sabbiosi costieri.
«Questa iniziativa rappresenta un modello innovativo di gestione e valorizzazione delle risorse naturali dei nostri territori – sottolineano gli organizzatori di Legambiente -. In un contesto come quello creato infatti, la proprietà privata si avvale della collaborazione sinergica di Associazioni ambientaliste e società scientifiche per promuovere la tutela e la conoscenza del patrimonio botanico autoctono. Modello la cui applicazione è replicabile. Idea diventata concreta realtà pronta a dare i suoi frutti tangibili. E, ovviamente, sostenibili.»
Antonio Caria