È terminata l’attività di terza missione sull’Agenda 2030 dell’ONU realizzata sulla spiaggia del Poetto dal gruppo di ricerca dell’Università di Cagliari guidato da Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali.
Le iniziative condotte dal team dell’ateneo cagliaritano hanno riguardato sostenibilità ambientale attraverso speciali laboratori didattici realizzati sulla spiaggia sia con gli studenti universitari sia con gli studenti delle scuole medie.
«Tra gli obiettivi di questa speciale azione di educazione alla sostenibilità ambientale – ha dichiarato Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali – riveste grande importanza la volontà di far capire ai giovani di diverse generazioni come vive la spiaggia, la sua dinamica, di cosa è fatta, quali sono gli impatti dell’uomo su di essa. Ma anche trasferire le buone pratiche per pulirla e imparare ad amarla anche quando non è bianca e caraibica per conservarla nel tempo.»
Il percorso “tra la terra ed il mare” è, dunque, iniziato in parallelo a scuola e all’università e si è protratto sul campo con diverse uscite, durante le quali gli studenti hanno imparato a definire le zone dinamiche, i sedimenti di cui sono fatte, misurato in prima persona le ampiezze con alta e bassa marea e studiato la composizione delle sabbie.
Le iniziative rientrano nei programmi scolastici di Cittadinanza, educazione civica, Scienze e Geografia.
Le iniziative condotte dal team dell’ateneo cagliaritano hanno riguardato sostenibilità ambientale attraverso speciali laboratori didattici realizzati sulla spiaggia sia con gli studenti universitari sia con gli studenti delle scuole medie.
«Tra gli obiettivi di questa speciale azione di educazione alla sostenibilità ambientale – ha dichiarato Sandro Demuro, docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali – riveste grande importanza la volontà di far capire ai giovani di diverse generazioni come vive la spiaggia, la sua dinamica, di cosa è fatta, quali sono gli impatti dell’uomo su di essa. Ma anche trasferire le buone pratiche per pulirla e imparare ad amarla anche quando non è bianca e caraibica per conservarla nel tempo.»
Il percorso “tra la terra ed il mare” è, dunque, iniziato in parallelo a scuola e all’università e si è protratto sul campo con diverse uscite, durante le quali gli studenti hanno imparato a definire le zone dinamiche, i sedimenti di cui sono fatte, misurato in prima persona le ampiezze con alta e bassa marea e studiato la composizione delle sabbie.
Le iniziative rientrano nei programmi scolastici di Cittadinanza, educazione civica, Scienze e Geografia.
Antonio Caria


