Ieri sera, intorno alle 21.30, i carabinieri di Uta hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale un 40enne residente ad Assemini, disoccupato, già gravato in passato da diverse denunce. Questi, attorno alle ore 19.00, dopo aver minacciato dei passanti con una bottiglia di vetro, aveva inveito contro i militari, intervenuti su richiesta pervenuta alla centrale operativa da parte del fratello dello stesso esagitato, che temeva che il prossimo congiunto potesse combinare qualcosa di grave. Inizialmente l’uomo si è mostrato collaborativo, salvo poi andare ancora in escandescenze ed iniziare a minacciare i militari, lanciando loro diversi oggetti metallici tra cui una trave di ferro da 25 kg. I carabinieri si sono visti costretti, pertanto, dopo vari tentativi di ricondurlo alla calma, all’utilizzo del noto dispositivo spray a base di “oleoresina capsicum”, in maniera da immobilizzare e rendere inoffensivo quel difficile interlocutore con i minori danni possibili.
Nel corso dell’identificazione in caserma, l’uomo è stato riconosciuto per struttura fisica ed abbigliamento, quale probabile autore dell’atto dimostrativo contro il palazzo di giustizia di Cagliari avvenuto nella mattinata di ieri, col lancio di una piccola bottiglia incendiaria contro la facciata dell’edificio. Il quarantenne che è in cura presso il CSM di Assemini, già in altre circostanze si era reso protagonista di atti incomprensibili, irrazionali e violenti, come quando il 20 maggio scorso, dopo aver danneggiato a San Sperate in strada una macchinetta per la distribuzione di cibi e bevande, era riuscito a scavalcare il muro perimetrale della locale Stazione dei carabinieri, danneggiando poi quattro auto, di proprietà dei militari e di servizio.
Sono in corso ulteriori accertamenti di riscontro in merito alle responsabilità dell’arrestato in ordine al lancio dell’oggetto incendiario.