È allarme nelle campagne sarde che rischia di ridurre le lavorazioni dei campi a causa dei rincari energetici. A lanciarlo è Coldiretti Sardegna. Una delle cause è, per Coldiretti Sardegna, la crisi energetica in agricoltura dove più di una azienda su dieci (13%) è in pericolo di chiusura secondo il Crea. Calano del 14%, infatti, gli acquisti di trattori nelle campagne italiane dove si taglia anche del 30% l’uso dei fertilizzanti a causa dei rincari energetici che mettono a rischio la produttività dei raccolti Made in Italy e le forniture alimentari degli italiani.
Per questo Coldiretti Sardegna con l’Anbi Sardegna, l’associazione dei sette Consorzi di Bonifica sardi, ha presentato in Regione il progetto Ri-coltiviamo la Sardegna, un grande progetto di rilancio per la coltivazione delle terre a partire da quelle infrastrutturate per l’irrigazione oggi sottoutilizzate (si coltiva solo il 30 per cento di queste terre, circa 63mila su 195mila). Un progetto che prevede i contratti di filiera tra mondo agricolo e zootecnico garantendo un prezzo equo e sostenibile al produttore e al consumatore, che costerebbe alle casse pubbliche circa 20 milioni di euro prevedendo un incentivo di 200euro ad ettaro, ma con importanti ricadute reali. Un intervento che incide concretamente sul caro prezzi, garantendo un alimento sano e sicuro agli animali e sottraendo all’abbandono migliaia di ettari di terra. Il Pnrr tra l’altro prevede 1,2 miliardi per i contratti di filiera.
A pesare sul settore è anche l’aumento del costo dei fertilizzanti, che in un anno è più che raddoppiato. In particolare l’urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno. Il comparto alimentare richiede invece – conclude Coldiretti Sardegna – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro.
Antonio Caria