Coldiretti Sardegna si dice soddisfatta dopo che la Regione Sardegna ha stanziato 13 miloni di euro per venire incontro alle aziende colpite dalla siccità di quest’anno.
«Finalmente si chiude un primo capitolo importante nella battaglia per il riconoscimento dei danni subiti dalle nostre aziende agricole a causa della siccità – sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -. L’intervento della Regione per le imprese colpite, è un risultato fondamentale che premia le nostre manifestazioni e le tante azioni portate avanti da Coldiretti Sardegna. Tuttavia, non possiamo fermarci qui. I danni alle economie agricole sono ingenti, e molte aziende continuano a pagare un prezzo altissimo. È necessario ricalcolare le cifre a rialzo per poter sostenere tutti i settori coinvolti e garantire il futuro di chi ha scelto di rimanere nelle campagne, nonostante le difficoltà.»
Quattro milioni 500mila euro saranno destinati ai danni alle produzioni delle aziende agricole ricadenti nel sub comprensorio irriguo del Posada, 3 milioni andranno al distretto irriguo dell’Ogliastra, mentre 5 milioni 500mila euro andranno a favore delle imprese attive nella produzione agricola primaria ricadenti nel territorio regionale, a esclusione dei distretti irrigui del Posada e dell’Ogliastra.
Anche il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, sottolinea l’importanza del risultato ottenuto: «L’arrivo dei 13 milioni di euro rappresenta un passo avanti significativo, anche se arriva con colpevole ritardo. Coldiretti Sardegna ha dimostrato ancora una volta di essere la voce degli agricoltori, mobilitandosi con determinazione e ottenendo finalmente ascolto dalle istituzioni regionali. Questo intervento è una boccata d’ossigeno per tante aziende che rischiavano di non farcela, ma l’emergenza non è ancora risolta. Servono ulteriori risorse e un impegno costante da parte delle istituzioni per ampliare i fondi e includere tutti i settori danneggiati. La nostra agricoltura, che rappresenta un pilastro economico e culturale della Sardegna, non può permettersi di essere trattata come un settore di serie B».
Antonio Caria