Poche piogge e acqua che scarseggia. Un tema caldo quello discusso tra i Sindaci dei comuni del Nord-Ovest che si approvvigionano, totalmente o in parte, tramite sorgenti (Bessude, Siligo, Cargeghe, Cossoine, Florinas, Martis e Siligo), i rappresentanti di Egas (Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna) e la Protezione civile regionale. Un incontro voluto dalla Presidenza della Regione – Direzione Generale del Distretto Idrografico per affrontare i temi legati all’emergenza idrica.
«La situazione è drammatica: l’emergenza idrica sta colpendo tutto il nord-ovest ma soprattutto più duramente il nostro territorio – dichiara il sindaco di Cheremule, Salvatore Masia -. I segnali sono chiari e allarmanti: il Bidighinzu ormai non esiste più e le sorgenti di questi paesi sono in sofferenza: Nurighe, la nostra sorgente, ha una portata d’acqua che di solito si registrava solo a fine agosto: 3,6 litri/secondo. E l’estate non è ancora arrivata.»
«Questo ci fa ipotizzare che nelle prossime settimane andremo incontro a situazioni al limite della sostenibilità – aggiunge Salvatore Masia -. Abbiamo ribadito con forza che non si tratta più di un’allerta, ma di una vera e propria crisi che impone risposte immediate e coordinate. Si è discusso di misure straordinarie, razionamenti, piani di emergenza, e del fondamentale ruolo dei cittadini nella gestione responsabile dell’acqua. Abbiamo chiesto la massima attenzione da parte di tutte le istituzioni e il non essere lasciati soli a gestire una situazione gravissima. Durante la riunione abbiamo discusso con gli altri Sindaci dell’eventualità di dichiarare lo Stato di Calamità Naturale con tutte le conseguenze del caso: speriamo di non doverci arrivare. Lo dico sin d’ora: è molto probabile che sarà un’estate di restrizioni pesanti. Ma intanto lavoriamo perché non accada, poi vedremo a questo tavolo di prendere le decisioni migliori.»
«Abbiamo discusso l’ipotesi di istituire misure straordinarie, strategie emergenziali, quali l’eventuale razionalizzazione dell’acqua, sia per uso domestico che irriguo – fanno sapere dal comune di Siligo -. Tra le varie soluzioni proposte, c’è quella che la Nostra Amministrazione ha maggiormente caldeggiato, cioè la creazione di un secondo pozzo che possa “aiutare” quello già esistente. Il prossimo passaggio, se la situazione dovesse improvvisamente precipitare, sarà quello di dichiarare lo stato di calamità naturale, che consentirà all’amministrazione di muoversi con maggiore forza e incidenza. Sarà un’estate in cui verranno prese delle importanti decisioni, senza allarmismi, sempre volte al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, delle attività commerciali, degli agricoltori e allevatori e di chiunque coltivi l’hobby della campagna. Il tavolo che si è appena concluso è solo il primo diversi altri, che insieme ai dirigenti degli enti succitati, ci darà la possibilità di gestire prontamente ogni problema che si possa presentare.»
Antonio Caria