«Sono passati oramai cinque anni dall’occupazione simbolica delle terre di Surigheddu e Mamuntanas, chiamata da Liberu contro l’avviso esplorativo e bando di vendita internazionale deciso dall’assessorato regionale degli Enti locali della giunta Pigliaru. Oggi l’attuale giunta Solinas dichiara senza più alcuna ambiguità la finalità turistica e speculativa, dismettendo anche la foglia di fico dell’”uso agroalimentare” millantato dalla giunta precedente.»
Lo scrivono gli indipendentisti di Liberu che sottolineato come: «Il progetto, tutto a guida Psd’Az, per questo territorio che ospita terre fra le più fertili della Sardegna non prevede cooperative agricole di giovani sardi, ma campi da golf e alberghi extra lusso delle più grandi multinazionali del turismo».
«Siamo quindi di fronte – concludono da Liberu – ad una chiara manovra politico-affaristica che vede interessati esponenti del partito che governa la Regione e le tante cordate internazionali che scalpitano per accaparrarsi angoli di paradiso in Sardegna. Ma queste terre non sono di proprietà degli esponenti del Psd’az, né dei tanti speculatori che guardano con insistenza alla Sardegna: sono della Regione, sono pubbliche, terre della comunità sarda. Non permetteremo che le multinazionali si approprino anche di questi beni, cementificando altra terra, sfruttando altri lavoratori stagionali, dirottando su altre sedi fiscali profitti fatti in casa nostra.»
Lo scrivono gli indipendentisti di Liberu che sottolineato come: «Il progetto, tutto a guida Psd’Az, per questo territorio che ospita terre fra le più fertili della Sardegna non prevede cooperative agricole di giovani sardi, ma campi da golf e alberghi extra lusso delle più grandi multinazionali del turismo».
«Siamo quindi di fronte – concludono da Liberu – ad una chiara manovra politico-affaristica che vede interessati esponenti del partito che governa la Regione e le tante cordate internazionali che scalpitano per accaparrarsi angoli di paradiso in Sardegna. Ma queste terre non sono di proprietà degli esponenti del Psd’az, né dei tanti speculatori che guardano con insistenza alla Sardegna: sono della Regione, sono pubbliche, terre della comunità sarda. Non permetteremo che le multinazionali si approprino anche di questi beni, cementificando altra terra, sfruttando altri lavoratori stagionali, dirottando su altre sedi fiscali profitti fatti in casa nostra.»
Antonio Caria