«Le risorse per gli interventi a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione e per le altre emergenze legate ai settori in crisi sono frutto dell’accordo con il Governo del Paese che ha liberato 473 milioni, 383 milioni mediante la riduzione del contributo della Sardegna alla finanza pubblica per il 2020 e 90 milioni trasferiti dallo Stato dal Fondo per l’esercizio delle funzioni delle Regioni e delle Province autonome – aggiunge Massimo Zedda -. Soldi pubblici che, per una parte, il presidente e la sua maggioranza avrebbero voluto utilizzare per interventi a beneficio di pochi e che nulla avevano a che fare con le urgenze e con le emergenze di questo momento. Come opposizione li abbiamo costretto a ripulire il testo di legge dai provvedimenti inaccettabili per destinare, invece, le risorse a favore delle persone e delle attività economiche che vivono la crisi.»
«Ieri sarebbe già dovuta essere pronta una prima bozza della legge di stabilità della Regione per il 2021, da approvare entro dicembre. Avendo accumulato mesi e mesi di ritardo, avendo impegnato il tempo su leggi illegittime e che puntano solo alla moltiplicazione dei portaborse, il rischio è che la Sardegna vada in esercizio provvisorio per i primi mesi del 2021. L’esercizio provvisorio comporta non poter fare bandi e appalti, non poter erogare risorse se non per una minima parte di quella disponibile: la capacità di spesa nei primi mesi dell’anno sarà ridotta al minimo anche per quanto riguarda le erogazioni a favore dei settori in crisi Andando avanti con questo passo lento il presidente doterà la Regione di un bilancio di previsione solo a 2021 inoltrato, con pesanti ricadute negative per l’intera Isola – conclude Massimo Zedda -. Si predisponga immediatamente una legge di stabilità tecnica in modo tale da sbloccare subito la capacità di spesa già dal mese di gennaio e non provino a perdere ulteriore tempo per discutere in Aula di un’illegittima legge urbanistica.»