Possibile Sardegna aderisce alla proposta di legge di iniziativa popolare per il Salario Minimo e dorganizza i banchetti per la raccolta delle firme necessarie per presentare la proposta di legge al Parlamento. Giovedì 25, dalle 17.30 alle 19.30 al Rainbow City in via Torino 13, a Cagliari, il primo banchetto per raccogliere le firme dei cittadini.
«L’Italia è l’unico Paese del’Unione Europea in cui, negli ultimi 30 anni, il salario medio dei lavoratori è diminuito anziché aumentare. È quanto emerge dai dati Ocse.
Tra il 1990 e il 2020, infatti, nel nostro Paese si è registrato un calo del salario medio annuale pari al 2,9%.
Esiste un problema chiaro di reddito delle persone che lavorano e troppo spesso sono costrette a farlo con paghe e condizioni inaccettabili in un paese civile. Per questo motivo il comitato sardo di Possibile ha aderito alla proposta di legge di iniziativa popolare sul salario minimo lanciata dal partito a livello nazionale: in programma nelle prossime settimane incontri, dibattiti e banchetti nelle piazze dei comuni sardi per la raccolta delle firme necessarie a portare la proposta in Parlamento.»
«Lavorare non è più un’assicurazione sulla vita – sottolineano i referenti sardi di Possibile -, Con la crisi economica pure questa certezza si è polverizzata. Categorie di lavoratori regolarmente occupati si trovano di fatto in condizioni di povertà. Sono i working poor, lavoratori con un basso livello di reddito, divisi tra salari da fame e contratti a intermittenza. Solo tra i dipendenti se ne contano oltre 2 milioni; gli autonomi sono invece 756mila.
Le forme di flessibilizzazione del mercato del lavoro hanno determinato spesso una riduzione delle tutele dei lavoratori e in alcuni casi anche un peggioramento della qualità delle posizioni lavorative. L’erosione del potere contrattuale dei sindacati e la minore copertura dei contratti collettivi nazionali ha completato un quadro molto negativo.
È urgente intervenire e farlo fissando un salario minimo orario per tutte le lavoratrici ed i lavoratori di questo Paese. È una misura ormai presente in tutte le principali nazioni europee ed è tempo di affermare anche in Italia che nessun lavoratore può percepire un
salario orario inferiore a 8,5 euro.
Fatta salva la prevalenza dei contratti collettivi di lavoro, in tutti i casi in cui sono migliorativi rispetto a questa soglia, va affermato il principio per cui in nessun caso sarà più possibile chiedere alle persone di lavorare con salari che non consentono una vita dignitosa.»
Il comitato sardo di Possibile comunicherà presto le date dei prossimi banchetti e incontri ed invita associazioni, cittadini e cittadine e movimenti a costruire una rete regionale per sostenere la proposta sul salario minimo.