«Il Governo italiano ha impugnato la riforma sanitaria sarda e l’ha impugnata negli articoli che gli interessano di più, quelli sulla sovranità sanitaria.»
Lo si legge in una nota diramata da Sardigna Natzione che aggiunge: «Sono tre gli articoli impugnati: l’11, il 13 e il 47 che riguardano rispettivamente la nomina dei direttori generali nelle aziende sanitarie, gli elenchi regionali degli idonei alle cariche di vertice aziendali e la nomina dei commissari straordinari. Il consiglio dei ministri dice che questi articoli invadono la competenza concorrente statale ed è proprio vero c’è una evidente concorrenza tra gli interessi dello Stato italiano (italiano) e quelli della regione sarda (sarda). Secondo il governo le figure apicali della sanità sarda devono essere prese dagli elenchi statali (nei quali ci sono pochi sardi) e non da quelli regionali istituiti con la riforma sanitaria».
«Se la vertenza verrà vinta dallo Stato – proseguono da Sardigna Natzione – è quasi certo che i direttori generali, i commissari e i vertici aziendali del sistema sanitario sardo saranno italiani e non sardi, verranno lautamente pagati dai sardi ma saranno dei veri e propri proconsoli sanitari che non risponderanno al governo sardo ma a quello italiano.»
«Questa vertenza tra stato italiano e regione sarda – secondo gli indipendentisti di Sardigna Natzione – non può essere valutata sul piano della legittimità in quanto a decidere sulla legittimità è una delle parti interessate. Questa è una vertenza sulla sovranità di decidere all’interno di un’azienda, tra una parte che la finanzia totalmente e un’altra che non vi spende neanche un euro.»
«In merito alla riforma sanitaria che ripristina le 8 ASL, Sardigna Natzione – concludono – ritiene che sia una rivoluzione copernicana di centrodestra che riforma quella, altrettanto copernicana, del centrosinistra, entrambe finalizzate ad obiettivi politici e non all’efficentamento del sistema sanitario sardo, entrambe succursaliste e distaccate dalla realtà sarda.»
Antonio Caria