Patricia Petretto, project manager turistico, parla del turismo di qualità.
Che cosa intendiamo quando parliamo di turismo di qualità?
«Innanzitutto occorre definire che il turismo di qualità non indica il turismo di lusso ma indica i viaggiatori rispettosi per la destinazione, per i lavoratori, per l’ambiente e per le usanze, costume locale. Esclude quindi i cafoni, i maleducati con pretese assurde e privi di rispetto per i residenti. Ovviamente ne troviamo entrambi tipi sull’isola, apprezziamo il primo e detestiamo il secondo. Esistono tuttavia delle modalità gestionali che riducono notevolmente la presenza della seconda categoria, sono le regole che vengono rispettate con ordinanze, con la presenza della forza dell’ordine, cartelli dei divieti, ecc. Dall’altra parte occorre comprendere che il turista ha delle legittime esigenze primarie: disponibilità dei servizi professionali, trasporti efficaci, informazioni affidabili, bagni puliti, parcheggi. Sono le due faccie della stessa medaglia. Non è corretto però definirli in base alla disponibilità del portafoglio oppure in base al servizio utilizzato.»
Cosa si intende per turismo organizzato e turismo fai da te?
«Per turismo organizzato intendiamo la formazione dei gruppi dove un numero maggiore di persone usufruisce lo stesso servizio, garantendo cosi numeri importanti per gli alloggi, ristorazione e servizi. La loro presenza in località è in grado di favorire l’andamento economico anche delle botteghe più piccole. Questo tipo di organizzazione favorisce l’artigianato sardo, la gastronomia sarda perché nella maggior parte dei casi c’è un’interazione tra il territorio ed il turista. Nel caso del fai da te il turista decide autonomamente sugli spostamenti, località e viaggia nel modo individuale, spesso in base agli informazioni trovati online. In Sardegna è molto diffusa la seconda categoria anche a causa del numero ridotto degli alberghi (in Sardegna ne contiamo circa 1.000, la vicina isola di Mallorca conta la stessa quantità di strutture alberghiere nonostante abbia un decimo di superficie territoriale). Purtroppo numerose città ancor oggi sono privi del Puc e questo ostacola in modo non indifferente la nascita di nuove strutture ricettive alberghiere.»
Qual’è migliore dei due?
«Nessuno dei due è migliore dell’altro, hanno caratteristiche e target differenti. Oggi vediamo l’incremento dei viaggiatori organizzati, spesso persone over 70 in ottima salute che godono del tempo libero e ormai non viaggiano soli. Il turismo organizzato si basa all’organizzazione anticipata (12-24 mesi) consentendo la programmazione della stagione e un lavoro più duraturo e stabile per i lavoratori. Il fai da te si riferisce spesso ad un target più giovanile, anche al last minute, in cerca di determinati servizi e rapporto qualità / prezzo spesso accompagnato da organizzazioni più piccole. Diciamo che l’ideale sarebbe trovare in una destinazione entrambe le modalità, in modo equilibrato.»
Qual è la direzione che la Sardegna dovrebbe / potrebbe prendere?
«La nostra isola ha alcune lacune dal punto di vista linguistico. L’insegnamento scolastico a quanto pare non incentiva abbastanza o non usa metodologie efficaci, probabilmente siamo all’inizio del cambiamento. Questo è strettamente collegato ai servizi professionali e con l’attitudine al lavoro. Sono sicura che possiamo fare molto meglio e soprattutto trasmettere alla futura generazione la passione, la vocazione e l’umiltà lavorativa.»