In quaranta pagine, i giovani autori hanno trasformato emozioni e riflessioni in articoli autentici, affrontando temi di grande impatto sociale: dal bullismo e cyberbullismo alle problematiche relazionali, fino all’analisi delle nuove espressioni giovanili – dallo slang «parla potabile» a «sei un boomer» – e alla distinzione tra generazioni (X, Y, Millennial). Non mancano inchieste sulle tradizioni familiari, con interviste su feste come il Natale e il Giorno dei Morti. L’espressività dei testi si alterna a disegni e immagini create dagli stessi ragazzi, dando vita a un prodotto che è specchio del loro vissuto.
«Questa attività – spiega la professoressa Angela Manca, docente di Italiano, Storia e Geografia nella Scuola in Ospedale – è una valvola di sfogo: innesta dialogo su emozioni spesso non dette e restituisce ai ragazzi la voce che meritano.»
Per molti, scrivere diventa terapia, occasione di incontro e di sguardo verso il futuro.
La Scuola in Ospedale di Neuropsichiatria infantile non è soltanto un luogo d’insegnamento: è un presidio sociale e affettivo, fondamentale per il benessere degli adolescenti in cura. «Accogliamo ragazzi con condotte devianti o fragilità emotive – sottolinea il professor Stefano Sotgiu, direttore della struttura – e la scuola in questo contesto integra in modo unico l’approccio farmacologico, psicoterapeutico ed educativo.»
In Neuropsichiatria infantile è presente anche la Scuola Primaria che fa capo all’Istituto comprensivo Monte Rosello Alto.
Alla presentazione parteciperanno anche alcuni ex-degenti, desiderosi di tornare ed essere presenti per condividere i propri racconti. Carla Denule dialogherà con i ragazzi e proporrà alcune delle sue canzoni in lingua sarda, ponte tra tradizione e contemporaneità, in un gesto che unisce arte, parola e cura.




















