Tentare di dare ristoro alle aziende colpite dalla crisi idrica in Baronia e nella Bassa Gallura è il tema che è stato al centro di un incontro voluto dal Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale a Budoni.
Tra le soluzioni condivise il potenziamento della diga di Abbaluchente, le interconnessioni tra bacini, la manutenzione delle reti idriche per i paesi afferenti al sistema del Posada (Posada, Torpè, Siniscola, San Teodoro e Budoni).
Per Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale «è importante ora programmare il presente, che vede una situazione positiva, ma ancora più importante programmare la stagione irrigua con massima attenzione ad azioni che devono trovare concertazione, risorse e volontà per portarle avanti. Partiamo dalla situazione delle reti idriche che purtroppo risentono del passare del tempo. Non solo vanno messe a posto ma vanno anche potenziate. Infine il grande sogno: la diga di Abbaluchente, un progetto che ci portiamo avanti da venti anni e ci permetterebbe di far fronte a tutti i bisogni. E’ importante comunque valutare tutto e capire che le interconnessioni tra bacini possono essere invece una soluzione più immediata e che potrebbero portare sollievo ad alcuni settori, ad esempio quello idropotabile, come già avviene dalla diga del Liscia verso San Teodoro».
La parola è poi passata al direttore generale del Consorzio, Sebastiano Bussalai, che ha presentato alla platea il sistema di distribuzione idrica dalla diga ai Comuni, che conta di «una sola condotta per il comparto idropotabile e l’agricolo. È comprensibile che la gestione idrica nel periodo appena trascorso, caratterizzato dalla siccità sia stata molto difficile anche per questo motivo».
L’assessore all’Agricoltura Gianfranco Satta ha fatto il punto sullo stato dei ristori agli agricoltori penalizzati dalle continue chiusure e dalla mancata irrigazione dei campi, mentre per l’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu ha spiegato che «importanti risposte al territorio arriveranno dal rialzo della diga del Maccheronis che porterà l’invaso a 29 milioni di metri cubi d’acqua entro il 2029. Ma dobbiamo pensare ancora oltre, quindi occorre individuare le soluzioni migliori, magari con l’invaso di Abbaluchente che darebbe ancora di più risposte con altri 30 o 40 milioni di metri cubi in più che potrebbe mettere la parola fine alle crisi idriche».
Antonio Caria