«Sono trascorsi sette mesi dall’incidente che ha portato alla chiusura della MetroSassari e ancora oggi il servizio non è stato riattivato. Dal 26 giugno dell’anno scorso, quando un camion gru ha tranciato i cavi dell’alta tensione, i collegamenti tra il centro cittadino e il quartiere di Santa Maria di Pisa sono stati sospesi con gravi disagi per i lavoratori e studenti, costretti a lunghi percorsi alternativi.»
Lo scrive, in una nota, Desirè Manca, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
«Come se non bastasse, a fine gennaio di quest’anno sono terminati i lavori di ripristino del tratto FS-Garibaldi, eppure, non solo il servizio non è stato ancora riattivato ma non si ha nemmeno alcuna certezza circa la data esatta in cui ciò accadrà – aggiunge Desirè Manca -. Secondo recenti notizie riportate dalla stampa infatti, la riattivazione del servizio metrotranviario lungo l’intera linea parrebbe dipendere dall’autorizzazione dell’Ufficio Speciale Trasporti e Impianti Fissi (USTIF), che, però, non sarebbe stata ancora rilasciata a causa di alcune imperfezioni da sistemare lungo il tracciato. Ancora lungaggini quindi, ancora attesa, ancora disagi.»
«A seguito dell’interpellanza che ho presentato lo scorso 29 luglio – ricorda Desirè Manca – i tram Sirio hanno ripreso a circolare in modo limitato per poi interrompersi, peraltro, dopo pochi giorni per un nuovo problema tecnico.»
«L’argomento – sottolinea la capogruppo del M5S – è stato trattato nella seduta della IV Commissione permanente del Consiglio regionale del 16 ottobre, durante la quale il tecnico Arst intervenuto ha spiegato che il danneggiamento di circa 300 metri della “linea di contatto” aveva richiesto un lungo lavoro di progettazione ma aveva anche assicurato che il servizio sarebbe stato riattivato entro il mese di gennaio 2020.»
«Siamo quasi a fine febbraio e le uniche notizie certe sono quelle che riguardano i nuovi ritardi – conclude Desirè Manca -. È arrivato il momento di agire: l’assessore dei Trasporti riferisca urgentemente come intende sbloccare questa situazione vergognosa. In qualsiasi paese moderno un’attesa di sette mesi per la risoluzione di un guasto è un tempo inaccettabile.»