La sala d’attesa destinata ai visitatori della Casa circondariale di Uta si trasforma in uno spazio accogliente e a misura di bambino grazie a un innovativo progetto di riqualificazione.
Da domani al 4 luglio, lo street artist Manu Invisible realizzerà interventi artistici per rendere più accogliente quello che l’antropologo Marc Augé avrebbe indicato come non-luogo, ossia uno spazio che non può essere definito come luogo antropologico perché manca di identità, relazioni e storia. L’obiettivo è proprio quello di rendere l’ambiente più sereno, specialmente per i minori in visita ai genitori detenuti.
Durante la prima giornata di intervento si terrà anche un laboratorio artistico in cui il creativo affiderà colori e pennelli proprio ai destinatari del progetto, i figli minori delle persone che scontano la pena. Questo laboratorio non solo coinvolgerà attivamente i bambini in un’attività creativa, ma contribuirà anche a dare un nuovo significato al luogo d’ingresso, trasformandolo da spazio istituzionale a un ambiente più familiare e accogliente. Lo scopo è supportare la genitorialità e aiutare i minori ad affrontare l’incontro familiare con maggiore serenità.
Questo progetto sottolinea l’importanza di creare ambienti che favoriscano il benessere psicologico ed emotivo dei minori, anche in contesti difficili come quello carcerario. L’arte e la creatività diventano strumenti fondamentali per superare le barriere e promuovere un’esperienza più umana e meno traumatica.