Tempo di bilancio per la stagione estiva 2024 in Sardegna. Per un quadro complessivo, abbiamo rivolto alcune domande all’esperta di turismo, Patricia Petretto.
La stagione estiva si è conclusa, un bilancio complessivo.
«Quest’anno la gran parte del settore (strutture ricettive, ristorazione, commercio e vari) ha concluso una stagione con il segno positivo, più lunga ed intensa rispetto allo scorso anno. Le frequenze dei voli consentivano una vacanza più breve (2-5 giorni) quindi anche un cambio di clientela più rapido. Il tempo non è stato complice nel mese di settembre ed ottobre, i temporali autunnali hanno inciso notevolmente sulle vacanze balneari. I voli stagionali sono finiti attorno a 30 ottobre e riprenderanno a fine marzo. Ora potremo contare sul flusso regionale nei fine settimana e festività. Crescono le visite presso siti archeologici e naturalistici, anche quelli meno conosciuti: i più gettonati rimangono le unicità territoriali, apprezzati soprattutto dalla clientela straniera. Noto un crescente interesse verso il food di qualità: dal pane al mirto, il tonno di Carloforte, frutta e verdura locale, sono molto apprezzate.»
Quali sono state le località sarde maggiormente visitate in quest’estate 2024?
«Per i dati statistici sulle presenze dovremmo attendere i dati ufficiali, fra non meno di un anno, ma Alghero ed Arzachena, anche per la loro capacità in posti letto sono stati i più visitati. Cominciano però sensibilmente ad aumentare le visite anche in altri centri: Orgosolo, Bosa, Ogliastra. Sarebbe interessante confrontare i dati dei vari siti archeologici, spiagge o parchi ove c’è anche un contributo locale (es. tassa di sbarco) che è l’indicatore del numero di visite.»
Sulle presenze ha influito il problema dei trasporti?
«Il problema dei trasporti incide più sul mercato nazionale in continuità territoriale: ricordiamoci che circa il 50% dei visitatori è italiano. I clienti stranieri viaggiano con altre compagnie e mostrano meno sensibilità al prezzo del biglietto. È ovvio che le frequenze settimanali giocano un ruolo fondamentale; un cliente che rimane in Sardegna per 72 ore si comporterà diversamente rispetto a colui che trascorre 7 giorni, sarà più dinamico. Per arrivare in Sardegna occorrerà venire in nave oppure in aereo, quindi va calcolato.»
Cosa si aspetta dal 2025?
«Per l’anno 2025 iniziano ad arrivare le prime prenotazioni, molti voli sono stati già confermati, questo è un buon segno. Personalmente sono fiduciosa ma credo che possiamo e dobbiamo migliorare molto i servizi presenti sull’isola, soprattutto, in termini di professionalità e comunicazione. Il modo in cui proponiamo l’isola incide sulla tipologia di cliente che arriverà e questa sfera di influenza va coltivata. Oggi con l’intelligenza artificiale si possono creare promozioni particolari ad esempio ricostruire la vita nuragica, promuovendo il turismo archeologico-culturale. Oggi che comunichiamo sempre più con il mondo digitale, possiamo affermare che un DMO regionale non può essere interpretato come ripristino di ex uffici provinciali. Il lavoro manageriale non va confuso con quello amministrativo, abbiamo bisogno di dati letti in tempo reale, servizi digitalizzati e non è più il tempo per creare ancoraggi burocratici. Per concludere vorrei fermarmi su una questione molto preoccupante: i 28 progetti per realizzare impianti eolici nel mare circostante la Sardegna. Parliamo di progetti calati dall’alto dove grazie alla procedura semplificata sono stati autorizzati interventi con un notevole impatto senza coinvolgere il territorio e senza pareri scientifici. Emerge dalla documentazione ministeriale che la pala eolica nel mare distrugge il fondale marino in circa 1,3 chilometri attorno, si trova sul santuario dei cetacei e vicino all’habitat naturale del corallo. La Sardegna ha lottato per decenni per poter istituire parchi regionali, aree marine protette. Che impatto avranno sulla vita sottomarina in centinaia di chilometri quadrati di pale eoliche? Io vorrei avere una risposta. Soprattutto per i nostri figli.»
Antonio Caria